lunedì 29 aprile 2013

Cibo, Energia e Gusto delle Emozioni Interiori




Cibo, Energia e Gusto delle Emozioni Interiori


L'INFLUENZA E GLI EFFETTI DEL CIBO
È sempre più avvertita nel mondo d'oggi l'esigenza di alimentarsi in modo più leggero, sano ed equilibrato.
L'abitudine di mangiare sempre di corsa senza quasi masticare, scegliendo cibi secchi, salati, raffinati e grassi, accompagnati da grandi quantità di dolci, ci porta, negli anni, a sviluppare problemi di salute, diabete, disturbi cardiovascolari, malattie degenerative e indebolimento progressivo delle difese del sistema immunitario.

Alimentarsi in maniera salutare dipende solo da noi, da quanto veramente teniamo a noi stessi e alla vita. Spesso è difficile comprendere il grande aiuto che deriva semplicemente dall'eliminare o ridurre al minimo alcuni alimenti che per anni abbiamo continuato a consumare, abusandone, senza mai domandarci quale influenza potesse avere tutto ciò sul nostro corpo fisico ed emozionale, insensibili ai segnali che il corpo stesso c'invia.
Se ci sentiamo tesi, rigidi, contratti o appesantiti, forse abbiamo abusato di cibi secchi cotti al forno (pane, biscotti, grissini, torte), oppure cibi animali e salati (carne, uova, sale e salumi).
Viceversa, se ci sentiamo confusi, stanchi, depressi e inconcludenti, abbiamo molto probabilmente fatto uso eccessivo di dolci e bevande ricche di zucchero, latticini, verdure acide (pomodori), alcoolici e cibi industriali, con conseguente impoverimento di oligoelementi, sali minerali e vitamine.

Del resto, noi “siamo fatti di ciò che mangiamo”, diceva Ohsawa.
Gli antichi insegnavano come il cibo avrebbe dovuto essere la nostra medicina. Alimenti, erbe e rimedi naturali possono essere molto potenti ed efficaci, se usati correttamente e al momento opportuno. Una giusta ed equilibrata alimentazione lavora positivamente sul fisico, aiutando il nostro sistema immunitario e tutti gli organi a rinforzarsi ogni giorno, consentendo al nostro corpo e alla mente di recuperare la propria energia, raggiungendo serenità e armonia con se stessi.

Parlando di alimentazione, si pensa solo al cibo ingerito quotidianamente, ma
tutto ci nutre, per esempio la lettura, la conversazione, il lavoro, la natura, l'ascolto, la meditazione.
Dipende da noi, valutando le stagioni, l'ambiente, le relazioni, le emozioni, scegliere con saggezza il cibo più equilibrato, prendendo atto che ciò che va bene per noi può non andare altrettanto bene per un'altra persona e viceversa.
Nutrendo un atteggiamento positivo per un nuovo cammino e riponendo profonda fiducia in ciò che facciamo, sapendo, quando serve, anche ridere di noi stessi, diventiamo responsabili e consapevoli delle nostre scelte, vivendo in salute, non mentendo a noi stessi, con umiltà e gratitudine per quanto riceviamo giorno dopo giorno.
Spesso arriviamo a comprendere tutto ciò solo dopo essere passati attraverso l'esperienza della malattia e della sofferenza.
Lasciamo che nasca in noi la ricerca e il desiderio di una vita nuova.
CIBO, ENERGIA ED EMOZIONI SECONDO LA FILOSOFIA ORIENTALE
I saggi orientali consideravano il cibo come una medicina “potenziale”. A seconda dell'uso che ne veniva fatto esso era capace d'influenzare positivamente o meno l'intero essere, sia fisico, che mentale e spirituale. Era importante stabilire la giusta quantità, qualità e modalità d'uso e preparazione.
L'applicazione corretta dell'energia determinava la nostra forza vitale o energia chiamata “KI”.

Ristabilire un flusso energetico stabile, moderato, armonico, significava avvalersi di conoscenze e avviarsi lungo un cammino che portava alla serenità, al benessere consolidato e costante nel tempo. Quando questa forza vitale non riusciva a fluire liberamente, ecco che insorgeva la malattia. I cibi presi giornalmente hanno un effetto su tutta la sfera mentale ed emozionale strettamente legata alla funzionalità degli organi e quindi “
un buon cibo crea delle buone emozioni”.
I filosofi orientali associavano le emozioni agli organi, la conoscenza e lo studio degli organi sotto l'aspetto energetico li portava a fare una diagnosi preventiva prima che gli organi potessero arrivare ad ammalarsi.

Per esempio,
un fegato ben equilibrato porta la persona a essere paziente, tenace, con molte capacità di rinnovamento; nel caso contrario l'energia muta portando la persona a essere impaziente, irosa con sentimenti di rabbia.Un cuore sano e vigoroso emana entusiasmo, amore, gioia, gratitudine per tutto ciò che gli sta intorno.
Viceversa, la persona diviene iperattiva, frenetica, perennemente insoddisfatta se ha problemi al cuore.

Mentre nel caso della
milza/pancreas-stomaco in condizioni ottimali, il soggetto emana simpatia, capacità di rapporti e comprensione; non appena la funzionalità viene meno, l'ansia, la preoccupazione, la mancanza di fiducia, l'invidia prendono il sopravvento. I polmoni ben funzionanti danno al corpo vitalità, capacità di realizzazione, sicurezza; mentre poca energia porta tristezza, melanconia, indecisione.L'emozione sprigionata da chi gode di una buona funzionalità renale è il coraggio, il senso dell'avventura, la voglia di nuove conoscenze.
I reni energeticamente indeboliti infondono senso di paura, timore di affrontare la vita, chiusura di carattere.
GLI ORGANI
Nella medicina orientale gli organi come cuore, fegato, milza/pancreas, polmoni e reni vengono classificati come organi pieni (yang), compatti e situati più in profondità nel corpo, mentre intestino tenue, vescicola biliare, stomaco, intestino crasso (colon) e vescica urinaria sono organi cavi (yin), meno compatti e più in superficie nel corpo.
Organi yin e yang sono fra loro complementari e si relazionano a coppie:

cuore (yang) - intestino tenue (yin)
milza/pancreas (yang) - stomaco (yin)
polmoni (yang) - intestino crasso (yin)
reni (yang) - vescica urinaria (yin)
fegato (yang) - vescicola biliare (yin)
Gli organi yang fungono da centri preposti alla circolazione, all'immagazzinamento e alla distribuzione.
Gli organi yin, invece, sovrintendono all'eliminazione.
Oltre agli organi succitati ve ne sono altri due non riconosciuti come tali dalla nostra medicina occidentale: il mastro del cuore e il triplice focolare.

Il primo è il regolatore del caldo e del freddo; controlla, quindi, la temperatura corporea. Mentre il triplice focolare controlla e supervisiona l'intero processo circolatorio.



I GUSTI DELLE EMOZIONI INTERIORI
In base ai sapore che ci chiede il nostro palato possiamo determinare una guida per percepire lo stato d’animo delle nostre emozioni.


Ma come si incontrano il sapore degli alimenti secondo la medicina tradizionale cinese ed i cinque elementi? Ognuno dei cinque elementi è riferito ad ognuno dei cinque gusti in quanto si suppone che l'elemento e la sua forza vitale vengano stimolati da quella particolare categoria di gusto Equilibrando i cinque gusti presenti nella nostra alimentazione, ma anche facendo delle riflessioni tra i gusti dei quali abbondiamo e quelli per cui proviamo una naturale avversione, sarà possibile tentare la cura di alcune patologie che ci appaiono immotivate i binomi da cui iniziare sono: 
 
Legno e gusto Aspro
Fuoco e sapore Amaro
Terra e Dolce
Metallo con Piccante
Acqua e gusto Salato


Quando la dieta abbonda di un gusto e manca di altri, secondo la medicina tradizionale cinese, si generano scompensi. Per fare un esempio, poichè l'amaro è dominato dall'elemento fuoco e governa il funzionamento del cuore, un eccesso di questo gusto va a sovraccaricare il lavoro di questo organo e degli altri componenti collegati, come ad esempio il flusso sanguigno. E via di seguito. Ma esiste anche una classificazione per la quale certi sapori sono più forti di altri e di conseguenza oltre a sovraccaricare gli organi di riferimento, finiscono per danneggiare quelli collegati agli altri elementi e sapori. Ad esempio il salato è più forte dell'amaro e il dolce più forte del salato. L'eccesso di un sapore nella propria dieta è quindi da valutare e sicuramente, in questo modo si riuscirà a capire qualcosa di più del nostro organismo e degli eventuali squilibri della nostra alimentazione.




La prima zona del sapore è dolce, perchè è l’affetto il motore delle nostre emozioni, dopo viene la zona del salato, quindi dell’interesse e le motivazioni, poi il gusto si avvia all’interno della lingua per reggere il sapore acido, la sfida, l’avventura, i problemi, e infine la parte profonda e posteriore della lingua la zona amara, la frustrazione, la crisi, la delusione, il dolore, il rammarico,il rimuginare pensieri negativi,.....












fonte:Il Potere del Cibo - Estratto del libro 'Guarire con il cibo' di Giusi De Francesco

foto:http://www.1channel.it/?p=14521
http://www.donnamoderna.com/






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