venerdì 17 gennaio 2014

Om Mani Padme Hūm: Le sei sillabe sacre

O Mai Padme Hū
Le sei sillabe del mantra O Mai Padme Hū nei caratteri della lingua tibetana posti come petali di un fiore di loto. I colori corrispondenti hanno dei profondi significati religiosi. Al centro del fiore è posta la sillaba Hrī sillaba della compassione.
Letteralmente, il mantra può essere tradotto in «Om il Gioiello nel Loto Hum».
  • O rappresenta il principio universale , il suono che diede origine a tutte le cose , e lo si pone all'inizio di ogni mantra;
  • Mani in sanscrito significa «Gioiello» ed indica l'essenza del Nirvana, il più prezioso dei tesori;
  • Padme significa «loto» ed indica il Samsara, il mondo fenomenico;
  • è la sillaba che rappresenta la Sapienza che trionfa sull'odio , ed è utilizzata anche come simbolo di buon auspicio;
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Il Mantra sta ad indicare che il Nirvana non va cercato al di fuori del Samsara, ma nel suo "cuore", nella quotidianità.

Le sei sillabe sacre
L' intero mantra è formato da una sequenza di sei sillabe sacre, yig-drug in lingua tibetana, che vengono pronunciate dal praticante profondamente concentrato sull' essenza del bodhisattva che sta per invocare. Queste sei sillabe sono accompagnate ad una settima, Hrī, sillaba della compassione. Le sei sillabe sono relazionate con i sei Buddha che agiscono nei sei destini, a jagati in lingua sanscrita, e gro-ba rigs-drug in tibetano e vengono iconograficamente rappresentate con diversi colori simbolici.
Così Philippe Cornu[1] ne riporta una delle simbologie:
  • O, rappresentato dal bianco, è collegato all'Adhibuddha Maha-Vairocana e a Shatakratu, protegge dall'orgoglio quindi dal destino dei devas;
  • Ma, rappresentato dal verde, collegato al Buddha Amoghasiddhi e a Vemacitra, protegge dalla gelosia, quindi dal destino degli asuras;
  • i, rappresentato dal giallo, collegato al Buddha Ratnasambhava e a Sakyamuni, protegge dalla passione, quindi dal destino degli uomini (Manusyas);
  • Pad, rappresentato dal blu, collegato al Buddha Aksobhya e a Dhruvasiha, protegge dall'ottusità e dall'oscurità mentale, quindi dal destino degli animali ( Tyriag-yoni );
  • Me, rappresentato dal rosso, collegato al Buddha Amitābha e a Jvālamukha, protegge dall'avidità e dall'attaccamento, quindi dal destino dei pretas;
  • , rappresentato dal nero, collegato al Buddha Akobhya e a Yama , protegge dall'ira e dall'odio, quindi dal destino infernale( Naraka).
Se Padmasambhava fu il lama più importante per i tibetani, Avalokiteshvara è il loro bodhisattva preminente, in quanto divinità patrona del Tibet: il Karmapa e il Dalai Lama ne sono considerati emanazioni viventi, pertanto in Tibet questo suo mantra si ritrova ovunque: inciso sulle rocce, scolpito nelle pietre votive che i viandanti depongono sui caratteristici «muri di preghiere» e dipinto sulle bandiere, chiamate chattar, che garriscono nel vento.
Tra il popolo tibetano vi è infatti un detto famoso, secondo cui Avalokiteshvara è talmente presente che ogni bambino in grado di pronunciare la parola «mamma» può anche recitare l' O Mai Padme Hū.




^ Philippe Cornu. Dizionario del Buddhismo. Milano, Bruno Mondadori, 2003, p.40


http://it.wikipedia.org/wiki/O%E1%B9%83_Ma%E1%B9%87i_Padme_H%C5%AB%E1%B9%83



OM MANI PADME HUM- BELLÍSIMA VERSIÓN DE IMEE OOI




http://www.youtube.com/watch?v=EcKea-10--E




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