mercoledì 10 febbraio 2016

Il Magnetismo terrestre: la “Colla” delle nostre Emozioni

 
“Tutte le cose, materiali e spirituali, hanno origine da una fonte e sono collegate come una sola famiglia. Il passato, il presente e il futuro sono contenuti nella forza vitale. L'universo è emerso e si è sviluppato da una fonte e ci siamo evoluti attraverso il processo ottimale dell'unificazione e armonizzazione”.

(Morihei Ueshiba, The Art of Peace)
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Nel suo nuovo video, "Camminare tra i mondi", Gregg Braden illustra le basi della "tecnologia interiore delle emozioni".

Un originale approccio evolutivo, fusione di antiche e nuove conoscenze, utile per conoscere e superare gli ostacoli che ognuno trova sul sentiero della crescita interiore. Indicazioni provenienti da tradi-zioni diverse, come la profezia degli Hopi del New Messico, il calendario Maya, i Manoscritti del Mar Morto, sembrano arrivare tutti ad un’identica conclusione: il primo decennio del nuovo millennio sarà un tempo cruciale per la storia dell’umanità. D’altra parte è innegabile, a confermarlo sono rilevamenti scientifici ufficiali, che proprio in questi ultimi decenni alcuni dei più importanti parametri geofisici, come il valore del magnetismo terrestre e la frequenza, hanno fatto registrare inaspettati mutamenti. Insomma ce n'è abbastanza per catturare le menti dei più scettici e il cuore dei ricercatori più motivati.
Ed è questo il caso di Gregg Braden, geologo americano ed esperto di sviluppo del potenziale umano. Nel suo ultimo libro Walking Between the Worlds (Camminare tra i mondi), da cui è stato tratto il video omonimo, ora disponibile anche in italiano, l’autore fornisce un elegante quadro di questa interessante convergenza tra antiche tradizioni e osservazioni scientifiche.

Un cambiamento epocale
Che cos’è questo cambiamento epocale di cui tanto si parla? Qualcuno l'ha chiamato l’alba di una Nuova Era, gli Hopi lo definirono l’Inizio del Sesto Mondo, alcuni ricercatori l’hanno battezzato mutamento dimensionale o inversione magnetica.
Con molta probabilità, si tratta semplicemente di un periodo particolarmente fecondo e ricco di cambiamenti, durante il quale, forse più che in altri periodi sarà possibile guardarsi dentro e migliorare la nostra vita."Siamo stati inondati per secoli da profezie catastrofiche sull’attuale periodo storico - afferma Braden - ma ora è giunto il momento di comprendere che il tanto atteso cambiamento non è un ipotetico evento futuro appartenente alla sfera mistica o esoterica, un qualcosa di esterno a noi, da subire passivamente.

Si tratta invece di una sequenza di processi ed eventi conoscibili e misurabili che stanno già accadendo e che ciascuno può interiormente comprendere verificando il loro impatto nella propria vita quotidiana". Il primo di questi mutamenti su cui si sofferma Gregg Braden è il vistoso cambiamento di due parametri geofisici fondamentali: il magnetismo terrestre (in costante riduzione) e le frequenze del pianeta (in aumento). Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.


Magnetismo terrestre
Le cause del magnetismo terrestre non hanno ancora trovato una risposta scientifica soddisfacente, ma una semplice dimostrazione sarà sufficiente a darci una conoscenza concettuale dei campi magnetici della terra: se prendiamo una barra di ferro ed avvolgiamo intorno ad essa un comune cavo elettrico, dove scorre dell’elettricità, la barra si magnetizza, sviluppando un campo magnetico polarizzato fra nord e sud.
Se ora invertiamo il flusso della carica elettrica nel cavo, il primo campo magnetico scompare ed al suo posto se ne genera un secondo con i poli invertiti.
Il fenomeno può essere così definito: quando degli elettroni si spostano con movimento circolare intorno ad un corpo ferroso relativamente fisso si genera un campo magnetico. L’analogia con il globo terrestre è stringente, poiché la terra, proprio come la barra di ferro in questione, è composta da un nucleo interno ferroso ed ha un campo magnetico dominante di tipo semplice, formato da due poli di segno opposto.
Secondo le leggi della fisica, è la rotazione composita della terra intorno al suo nucleo profondo di ferro e nichel, a generare intorno ad essa i campi magnetici. Questo implica che l’intensità dei campi è in funzione della velocità di rotazione. Più rapida è la rotazione, più alta è l’intensità, o densità, del campo magnetico intorno al nucleo ferroso. Più lenta è la rotazione, meno denso è il campo magnetico.
I rilievi geologici dicono che attualmente siamo al punto più basso di magnetismo terrestre registrato negli ultimi duemila anni.
La Geomonitor, un ente scientifico statunitense del nord-ovest del Pacifico, ha recentemente reso pubblici i dati relativi alla progressiva riduzione del magnetismo terrestre, suscitando molto scalpore tra gli addetti ai lavori. Sembra proprio che l’intensità del campo magnetico terrestre stia scendendo rapidamente al ritmo del 5% ogni cento anni. Su una scala da 1:10, in cui 10 è il valore più elevato registrato dal magnetismo terrestre negli ultimi 2000 anni, i valori attuali sono attestati tra 1 e 1,5, con una riduzione del 38% rispetto a quelli di duemila anni fa. In realtà, come dimostrano i rilievi geologici, il fenomeno di cui siamo oggi responsabili, è già accaduto molte altre volte nella storia del nostro pianeta. I campi magnetici sono cambiati almeno quattordici volte negli ultimi 4,5 milioni di anni.
Secondo altri studiosi la riduzione del magnetismo terrestre, non è un fenomeno che rimane confinato all’ambito dei fenomeni geofisici, ma svolge un’influeza diretta sulla vita di tutti gli organismi viventi e soprattutto sulla fisiologia e la psiche umana, ma di questo parleremo più avanti.
Il secondo parametro geofisico che prende in considerazione Gregg Braden è la frequenza della Terra, pari a circa 7.8 cicli o 7.8 hertz al secondo, un valore misurato per la prima volta nel 1898 a Colorado Springs. Fino ad oggi si pensava che questa pulsazione fosse un valore costante, essendo rimasto invariato fino a metà degli anni Ottanta. Invece negli ultimi decenni è stato registrato da più parti il suo progressivo incremento.

Emozioni e magnetismo terrestre
Perché il cambiamento dei valori della frequenza e del magnetismo terrestre dovrebbero riguardarci da vicino? "Le nostre emozioni - spiega Gregg Braden - sono intimamente legate al magnetismo della terra, tanto che qualcuno lo ha paragonato ad una sorta di colla. 

Duemila anni fa, sul pianeta c’era una grande quantità di questo collante in grado di tenere insieme modelli di credenze, pensieri, sentimenti ed emozioni; ma con il decrescere del magnetismo questo collante è diminuito notevolmente e così oggi è diventato più facile accedere alle nostre emozioni e modificare il significato che esse hanno per noi". In altre parole, più facilmente che in passato oggi diventa possibile ridefinire il significato della nostra esistenza, stabilire nuovi modelli di comportamento, riscrivere la nostra vita. Per fare questo è necessario prestare attenzione alle emozioni e alle relazioni interpersonali nel processo di crescita individuale, ed in realtà è proprio questo il tema centrale del seminario oggetto del video Camminare tra i due mondi. Se si è in contatto con le nostre emozioni, se lavoriamo sul significato delle relazioni che noi costruiamo, si può ritrovare la propria essenza, riscoprire chi siamo. 

Emozioni e rapporti interpersonali
Una delle emozioni che più di tutte ostacola l’evoluzione personale è, secondo Braden, la paura. Un sentimento che nella nostra cultura veste maschere assai diverse: paura dei rapporti amorosi, paura di non valere, paura di non riuscire a soddisfare impegni e responsabilità. "Quando giudichiamo qualcuno - afferma Gregg Braden - cos’è che in realtà esprimiamo, se non paura? Paura che quella persona possa dimostrarsi migliore di noi. Potrebbe aver ragione. In qualche modo, noi ci paragoniamo ad un punto di riferimento esterno, ad un altro individuo, e la nostra paura è che potremmo non essere all’altezza. Quando notiamo che la rigidità è dominate in un rapporto, qual è il suo modello implicito? E’ di nuovo la paura, la paura di cambiare.
Quando un genitore sceglie di essere "non coinvolto" con un figlio... cos’è che agisce dietro quella mancanza di coinvolgimento? Le ragioni possono essere numerose, ma spesso c’è qualcos’al-tro di più sottile dietro questo atteggiamento di apparente mancanza di interesse: è nuovamente la paura". La paura, continua Gregg, riveste tantissime forme nella nostra vita, ma per quanto siano diverse, nella maggior parte dei casi possono essere ridotte ad una o più combinazioni di tre paure universali: la paura di essere abbandonati (o della separazione), la paura di non essere all’altezza della situazione (o di non valere), la paura di arrendersi (o di avere fiducia).
La novità introdotta dallo studioso americano è che queste paure, da noi custodite, portano con loro una carica emotiva che ci farà attrarre nella nostra vita proprio le cose che più temiamo.
"Quanti rapporti di lavoro - si chiede Gregg - abbiamo stabilito con persone che ci controllano o sono rigide? Quante storie d’amore abbiamo costruito con le stesse caratteristiche?" 

Se facciamo un'attenta analisi della nostra vita non è facile scoprire come spesso nelle nostre amicizie da adulti, nelle nostre storie d’amore, nella vita professionale non facciamo altro che rivivere proprio quei modelli che ci piacciono di meno. Secondo Gregg, questo accade perché abbiamo con il tempo sviluppato una carica emotiva nei confronti di determinate paure o modelli comportamentali che poi fungono da potente magnete per attirare verso di noi proprio quelle persone e quegli eventi che più detestiamo. Il motivo? E’ molto semplice: solo così potremo confrontarci con esse e guarire. Si tratta di un meccanismo oramai riconosciuto da numerose scuole psicologiche e psicanalitiche, ma che era stato ben individuato già 2500 anni fa dagli Esseni.

"Gli Esseni - spiega Gregg Braden - identificarono forse meglio di chiunque altro il ruolo dei rapporti umani, riuscendo a categorizzarli ed a distinguere fra sette misteri, corrispondenti ad altrettante tipologie di relazioni interpersonali che ciascun essere umano sperimenterebbe nel corso della sua vita di relazione.
Gli Esseni li hanno definiti ‘specchi’, in grado di farci ricordare che in ogni momento della vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano". I sette specchi esseni ci rimandano fedelmente al momento presente, mostrandoci che tipo di energia emaniamo oppure se e come giudichiamo il prossimo. Tendono a illuminare il ruolo che riveste nella nostra vita relazionale ciò che abbiamo perduto, ceduto, o ci è stato portato via.
Chiariscono perché ci innamoriamo, o perché abbiamo un dato tipo di rapporto con i genitori. Infine, ci guidano nella percezione del sé svelando il modello ideale di perfezione che ci costringe entro schemi predeterminati.
Nella prospettiva degli specchi esseni, i rapporti umani acquistano un forte interesse evolutivo poiché - puntualizza Braden - noi stabiliamo rapporti con gli altri proprio per creare pensieri, sentimenti ed emozioni che ci permettano di conoscere noi stessi e i rapporti con gli altri. E quando riusciamo a sanare questi rapporti noi ne incarniamo il beneficio, irradiando una frequenza benefica nel sogno ad occhi aperti che è la vita.
Compassione
La principale difficoltà lungo questo cammino di risanamento è quella di sfuggire alla logica della polarità e della separazione. A questo, riguardo Gregg Braden racconta un episodio molto emblematico: qualche tempo fa, la televisione diede notizia dell’eccidio di diecimila civili ruandesi per mano di loro connazionali. Quella sera, Braden era in compagnia di tre amici, ognuno dei quali reagì in maniera diversa alla tragica notizia. La prima ad esprimersi fu una donna che si infuriò, gridando: "E’ ridicolo! Quando manderemo i Marines ad uccidere i soldati che hanno massacrato i civili? Perché non li fermiamo?".L’altro amico, un uomo che si era avvicinato da poco alla filosofia new age invece reagì, dicendo: "Come? I Ruandesi? A qualche livello, quando sono nati, loro sapevano che sarebbero morti in quel modo, era il loro karma... Sentite, è quasi ora di cena, mangiamo qualcosa?"La terza persona era una donna, che in disparte, con le lacrime agli occhi si espresse così: "Non riesco a dare un significato alle immagini che abbiamo appena visto. Ma non voglio che muoiano altri soldati. Non credo neanche che dovremmo mandarvi i Marines, perché non voglio che ci siano altre vittime. Anche se non ho mai conosciuto quella gente, provo un senso di vuoto per la loro scomparsa. Il fatto stesso che loro non siano più qui mi fa sentire diversa."La prima donna era polarizzata sulla rabbia, che rappresentava proprio il modo di pensare che aveva causato la morte dei civili; l’uomo era evidentemente ancora immerso nel diniego, in quanto era stato ferito così profondamente da ciò che aveva udito, che si era impedito di sentire; infine la seconda donna, si era permessa di provare il sentimento della perdita di vite umane in prima persona, e di aprirsi ad emozioni che però non teneva collegate ad una carica di rabbia. Ecco, solo lei aveva mostrato concretamente cosa vuol dire provare un senso di compassione nella accezione degli antichi Esseni, un sentimemto molto simile a quello della tradizione buddhista.
Se, quando siamo testimoni di una grave offesa o di una tragedia, non proviamo nessuna sensazione, è probabile che ne siamo rimasti feriti a tal punto da chiuderci all’evento.
Se invece proviamo sentimenti tali da voler cercare una compensazione del tipo: "Qualcuno deve pagare", vuol dire che siamo nella polarità. In entrambi i casi stiamo agendo ancora alla vecchia maniera: facciamo finta di non sentire o cerchiamo subito i colpevoli. In questo modo non cambierà mai niente, né dentro né fuori di noi. Quando, al contrario ci permettiamo di sentire, come la seconda donna del racconto di Gregg Braden, allora sappiamo che stiamo lavorando per ancorare in noi stessi e nel pianeta una vibrazione guaritrice, quello che Braden chiama: compassione, intesa come armonizzazione di emozione, pensiero e sentimento. Più precisamente: Pensiero senza attaccamento al risultato; Sentimento senza distorsione; Emozione senza carica.
La compassione, in questa prospettiva, trascende la scienza, la religione e l’antico misticismo. Diventa una sorta di nuova saggezza che non ha ancora un nome.

Il dono della benedizione
Perché possa essere realizzata in pieno, la compassione deve essere affiancata da un altro potente strumento: il dono della benedizione, intesa in senso molto laico, slegato da qualsiasi religione o scuola esoterica. Attraverso il dono della benedizione ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni evento della nostra vita, sia esso gioioso o doloroso, abbia origine da una fonte unica. Nel momento in cui benediciamo un evento che ci ha feriti o una persona che ha causato dolore o sofferenza , affermiamo la natura divina o sacra (o se volete universale) di ciò che è accaduto.
Si tratta di guardare in faccia le persone o gli eventi che hanno causato sofferenza nella nostra vita e di dire: "Io benedico questa persona o questa cosa". Quando riusciamo a fare questo veramente, con tutto il cuore - assicura Gregg Braden - proviamo poi un profondo senso di liberazione e una grande serenità. In questo modo, anche gli accadimenti più dolorosi, acquistano improvvisamente un’altra luce. Come raggiungere l’obiettivo così impegnativo dell’accettazione? Cosa bisogna fare, per essere sicuri di riuscirci? Non è più il tempo del fare - spiega, lo studioso americano - è tempo di diventare, di cominciare a trasformare positivamente la nostra vita. Solo in questo modo potremmo riappropriarci del potere personale e condurre un’esistenza soddisfacente e creativa, non più come vittime di qualche oscuro meccanismo diabolico, ma come cocreatori della nostra stessa esistenza.




 di Nicoletta Cherubini*

*Nicoletta Cherubini è bilingue e biculturale in italiano ed americano. Insegna Italiano per stranieri all’Università di Firenze ed è esperta di educazione globale e di intercultura. Da molti anni è attivamente coinvolta nella ricerca sul potenziale umano.
Per saperne di più
Il video Camminare tra i mondi di Gregg Braden da cui è tratto l’articolo è ora disponibile anche in italiano (traduzione dall’americano di Nicoletta Cherubini)
Può essere richiesto al numero 055 8300396. Allo stesso numero ci si può rivolgere per qualsiasi informazione sul video e il lavoro di Gregg Braden. Il libro Walking Between the Worlds (The Science of Compassion, Washington, Radio Bookstore Press, 1997) è invece disponibile solo in lingua originale.
Per eventuali richieste rivolgersi alle librerie specializzate. Sempre di Gregg Braden segnaliamo anche il video Incontrarsi al punto zero, anch’esso disponibile in italiano al numero di telefono già indicato.




immagini dal web



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