mercoledì 18 gennaio 2012

I PRINCIPALI BLOCCHI PSICOSOMATICI, IL PROCESSO DI CRESCITA E LA TERAPIA DEL RISVEGLIO






I PRINCIPALI BLOCCHI PSICOSOMATICI, IL PROCESSO DI CRESCITA E LA TERAPIA DEL RISVEGLIO


LA SALUTE GLOBALE COME CRESCITA UMANA E PLANETARIA



I BLOCCHI PSICOSOMATICI COLLETTIVI


Nella logica del "lavoro su di sé" all’interno di una visione globale dell’essere umano l’elemento più significativo della crisi moderna è il vuoto che si sperimenta quando si nasce e si vive senza l’energia del cuore e senza il riconoscimento della propria individualità. Questo blocco rappresenta la radice di tutto il malessere umano e planetario e dei blocchi psicosomatici collettivi. I principali blocchi psicosomatici collettivi osservabili nella nostra società sono dovuti ad una serie di cause concatenate, ad un circolo vizioso di inconsapevolezza.
La prima causa fondamentale, che condiziona in sequenza le altre tre, è la mancanza di una coscienza di sé. Essendo questa coscienza di sé che genera e mantiene il senso di unità psicofisica, la sua assenza, ossia l’inconsapevolezza di sé, porta alla frammentazione tra corpo, cuore e mente, da cui derivano i tre successivi blocchi generali:

1) La chiusura del cuore e dell’amore, che è il principale blocco psicosomatico, in quanto il cuore è anche la sede della coscienza globale di sé. La sua chiusura provoca carenza di umanità e di senso della vita, e difficoltà di comunicare sentimenti di amore e di empatia.
2) L’iperattività della mente materiale, perché, ciò che non può essere vissuto spontaneamente col cuore, deve essere immediatamente razionalizzato dalla mente. La testa, staccata dal cuore, comanda e controlla le emozioni e il corpo. L’ io della mente - l’ego - sostituisce il sé.
3) Il controllo e l’inibizione del corpo e del piacere di vivere: l’eccessivo controllo mentale e la chiusura affettiva-emozionale portano all’inibizione del "corpo" inteso come vitalità, spontaneità, istintività e libera sessualità. Cerchiamo di analizzarli più nel dettaglio.

L'inibizione generale del cuore - L’iperattività della mente - L’inibizione del corpo.

Il "lavoro su di sé": lo schema del "processo di crescita"

Ma come è possibile uscire dal questi blocchi che imprigionano il corpo e lo spirito, come avviene questo delicato processo? Quello che comunemente viene chiamato il "lavoro su di sé" è un processo che avviene, in genere, attraverso una serie di passaggi consecutivi che stimolano un naturale processo di consapevolezza globale. Possiamo riassumere questo processo, che chiamiamo "ciclo di crescita" o "ciclo di trasformazione" in quattro fasi:

1-   La consapevolezza dello stato reale di malessere e frammentazione.

2-   Il lavoro negativo sull’ego: il proccesso di disinquinamento-
decondizionamento e la liberazione da ciò che non è nostro.

3-   Il lavoro positivo sul sé: il processo del risveglio e dello sviluppo delle potenzialità umane.

4-   La realizzazione dell’unità o consapevolezza globale di sé.



E' rilevante notare che possiamo trovare praticamente ovunque gli strumenti e i mezzi per la nostra trasformazione: quindi, nell’arco di un decennio, è prevedibile che milioni di esseri umani avranno iniziato un processo di crescita globale.



LA TERAPIA DEL RISVEGLIO
La medicina sacra

Scienza e coscienza nascono dalla stessa radice latina scire, sapere, conoscere, e anche medicina e meditazione, derivavano dalla stessa radice indoeuropea med: essere coscienti, riflettere. Sono le prove semantiche dell'unità originaria tra anima e corpo.
Qualsiasi medicina diventa sacra se la persona che la pratica percepisce il senso del sacro con cui sta curando. Se un giardiniere cura le piante con amore e senso di reverenza per la vita della pianta, questa è medicina sacra, sia per lui che per la pianta. La medicina antica è nata come medicina sacra. Le grandi medicine tradizionali asiatiche, egiziane, greche, centro e sud americane, australiane sono tutte originate da personaggi spirituali. Nel Buddismo per esempio abbiamo la medicina sacra che è chiamata la medicina del "Buddha di Lapislazzuli" perché si dice che sia stato il Buddha Sakyamuni ed altri Buddha illuminati che nella saggezza profonda dell'anima e nella compassione del cuore, riuscirono a capire che anche la cura della mente, delle emozioni, del corpo, dell'ambiente erano principi fondamentali dell’evoluzione e del Dharma, la legge sacra dell'esistenza, che altre tradizioni hanno chiamato Tao, Logos o semplicemente Vita.
La malattia viene concepita in quasi tutte le tradizioni mediche sacre come l’effetto di una azione-pensiero disarmonica e non consapevole delle reali leggi dell'esistenza, che ci spinge contro la vita, contro la natura dentro e fuori di noi. Tutta la malattia è un'inconsapevolezza delle leggi dell’esistenza, del Dharma.



La terapia del risveglio


Per la medicina sacra l’unico punto fisso nella terapia è il risveglio della coscienza globale! L’uso di tecniche in grado di reintegrare le energie del corpo, emozioni, psiche e consapevolezza è orientato a ricreare l’unità: l’esperienza dell’essere.
Uno dei pilastri della nuova spiritualità planetaria è la ricerca del nostro "scopo della vita" della nostra "missione spirituale". Spesso la ricerca di questa missione significa capire quale sarà la nostra vita futura, il nostro lavoro, le nostre prospettive, i nostri amori: una comprensione utile ma tutto sommato piuttosto mentale.
Le vere vie spirituali si basano invece sulla convinzione che l’unico scopo in questo momento storico che dobbiamo veramente realizzare è: svegliarci! Non c’è niente da capire, c’è da realizzare uno stato di coscienza più vivo e intenso, una consapevolezza globale di noi e del mondo. Gurdijeff sosteneva che gli esseri umani non hanno un’anima, posseggono un seme interiore che, se non viene nutrito, si spegne, muore. Gurdijeff basava il suo splendido lavoro di evoluzione sul concetto che "Il mondo esiste solo allora, quando io sono!" e per lui "io sono" significa essere realmente svegli, risvegliati. Per questo abbiamo sviluppato la "terapia del risveglio". Non importa neppure se poi la persona sarà guarita o no, l’importante è che sarà risvegliata.
La terapia del risveglio è un processo continuo. Risvegliare la coscienza globale nella pratica significa lavorare consapevolmente su tutti i sette livelli focalizzandosi sempre sul sé della persona. L’intelligenza profonda dell’essere deve essere riaperta, stimolata, nutrita e fatta crescere. E’ un lavoro complesso, profondo e giocoso, doloroso e piacevole, che richiede una grande unità di percezione dell’essere umano.




Tecniche per risvegliare la coscienza globale


Il punto chiave è risvegliare la coscienza di sé. Da lì nasce una nuova vita e si trasformano le condizioni che sostengono la malattia. Alcune persone hanno coscienza di ciò che stanno facendo ma non hanno coscienza di sé, non sanno rispondere alla domanda "chi sono io?", non hanno esperienza della loro natura profonda. Possiamo certamente affermare che più del novantanove percento delle persone non ha esperienza di sé, non sa come accedere al proprio spazio interiore silenzioso, vuoto, risvegliato. Coscienza globale significa presenza, vivere ogni istante, nel presente, nel "qui ed ora". Non sono concetti mentali, ma reali esperienze, vissute direttamente. È un training che nelle vere scuole di meditazione richiede a volte molti anni di pratica e di consapevolezza. Per risvegliare questa consapevolezza globale, questa percezione luminosa e totale di sé esiste la meditazione, l’esperienza diretta della non-mente, del silenzio. Ogni tecnica che conduca a questa esperienza è da noi sperimentata e quindi trasmessa alle persone che vogliono crescere, che vogliono svegliarsi. Evitiamo accuratamente di confondere le tecniche di meditazione reale, che sono non-mentali, con quelle mentali, tipo l’uso di visualizzazioni, preghiere, ripetizione di parole o concetti, pensieri positivi, vite passate, channelling, ecc. in quanto, come ha ampiamente dimostrato la ricerca internazionale e alcune scuole in particolare come la Meditazione trascendentale di Maharishi, sono ottime per combattere lo stress, per rilassarsi, per realizzare i desideri, per dormire meglio, ma difficilmente portano al risveglio. Le tecniche che utilizziamo maggiormente sono la Vipassana Buddhista, il Chi Gong profondo, alcune tecniche Taoiste sulla circolazione della luce, le tecniche di Atisha, alcuni tipi di Yoga, le meditazioni del Tantra, le tecniche di Gurdjieff e Krishnamurti sul "ricordo di Sé", le meditazioni dinamiche di Osho, le pratiche dell’Advaita Vedanta e dell’"Intensive enlightnment" basate sul "chi sono io", alcune pratiche cristiane sull’apertura e sul silenzio del cuore, la pratica dello Za Zen essenziale (senza nessun rituale), le tecniche Sufi della presenza e delle danze, alcune pratiche sciamaniche sull’energia e sulla percezione dello Spirito della Terra e degli esseri viventi. Cerchiamo di ripulire le tecniche dalla fuffa delle ideologie e delle teologie che si sono accumulate nel tempo, appesantendo inutilmente l’indicibile leggerezza dell’essere.





Energetica: il corpo è la porta della coscienza globale

il corpo come "campo di energia"

Per risvegliare la coscienza globale delle persone la prima cosa che cerchiamo di fare è di farle "rientrare nel corpo", insegniamo a sentirlo in modo più vitale e consapevole. Ci siamo così staccati da esso che, per noi occidentali, il corpo è la porta dell’anima. L’anima è ciò che anima il corpo. L’energia viva del corpo. Quando una persona "rientra" consapevolmente nel corpo, quando lo sente come energia, come sottile elettricità vitale, la percezione di sé diventa immediatamente una percezione globale, magari non elevatissima, ma globale. Quando invece le persone sono nella testa non posso assolutamente avere una percezione globale di sé. Posso avere un pensiero globale, una visione globale ma non possiamo sperimentare una coscienza globale di sé stessi. Il corpo subisce sia condizionamenti mentali (comportamentali) che emotivi. Se ti liberi dai condizionamenti e apri il corpo cominci a sentire quello che veramente sei, pian piano cominci a sentire che vivere è piacevole. Entriamo semplicemente nel presente, nel "qui e ora", così come siamo.
Occorre  far entrare le persone nel proprio corpo, risvegliare le sensazioni, facendo comprendere alla persona che: "le energie sono le sensazioni", che non c’è nulla di esoterico, ciò che chiamiamo "sensazioni" sono le energie-informate di tutte le parti del nostro corpo, sono le nostre comunicazioni neurosensoriali. Attraverso le sensazioni cercheremo di entrare in contatto con i punti critici del corpo, quelli dolorosi o insensibili, e attraverso questa consapevolezza, pian piano, cominciamo a capire come funziona l'apertura del corpo dell'energia. Nel mondo dell'energia tutto è connesso: qualsiasi punto del corpo è legato alla totalità dell’essere, da ogni parte del corpo posso fare emergere sensazioni, memorie, emozioni o ricordi. Quando sentiamo il corpo come "campo di energia" ci rendiamo conto che alcune zone di questo corpo sono energeticamente più concentrate di altre, che ci sono dei flussi di energia. Il corpo energetico è naturalmente fluido. Quando si sente il corpo come energia viva, tutto diventa vivo, pulsante... si sente tutto ciò che accade. L'energia non è solo intelligente e sensibile, ma è soprattutto piacevole, è una ricchezza enorme. 



Cambiare la vita

Se possibile, per aiutare nel processo di guarigione-evoluzione, dobbiamo stimolare la consapevolezza della persona affinché prenda atto della sua forza, della sua intelligenza vitale, della sua libertà, e cambi il proprio modo di vivere! A volte sono necessarie anche scelte drastiche, rompere vecchie abitudini, relazioni, cambiare lavoro o casa.
Spesso cambiare vita è l'unico passo necessario per un cambiamento della malattia e della coscienza di sé. Quando si sviluppa la coscienza di sé, la percezione del corpo da frammentata diventa unitaria, quando liberiamo le nostre emozioni negative e alleggeriamo il cuore, avviene un cambiamento di vita. La nostra vita diventa differente, più intensa, semplice, profonda.


 Cambiamento interiore e cambiamento esteriore


Di terapia in terapia con grande lentezza una persona comincia ad acquisire una comprensione reale della sua malattia e del fatto che la stia creando da se stessa. La malattia è generata quando nella vita non c’é nessuno spazio sacro. La sua anima come coscienza globale di sé, il lato giocoso, femminile della vita non esiste. Nella terapia del risveglio sono utilizzati infiniti strumenti di consapevolezza, di guarigione, di trasformazione, di riequilibrio; presi da tutte le scuole e le vie spirituali del mondo. 


Il risveglio della coscienza e l’energia illuminata


Nella tradizione antica quasi tutte le scuole avevano tra i principi di base della medicina sacra il concetto di energia - coscienza luminosa. In India il termine "prana", energia, include il prefisso "pra" che significa luce. I tibetani chiamano l’energia illuminata bodhicitta, per loro è un’unica cosa che associano costantemente a karuna la qualità energetica della compassione, il profondo amore per la vita nostra e di ogni creatura. Il principio fondamentale è che la coscienza è un’energia illuminata. La coscienza è chiamata " bodhi", (mentre " citta" o "manas" è la mente legata alla materia, la mente concreta del commerciante). La coscienza illuminata, l’energia illuminata, sono lo strumento principale di tutte le medicine, da cui nasce il lavoro sulle energie, perché se lavori settorialmente sul corpo o sulla mente, impieghi troppo tempo. L’anima risvegliata è un'energia luminosa.



Lavoro sulla circolazione della luce: il respiro consapevole

Quando vogliamo entrare nel processo di guarigione e di evoluzione, dopo aver attivato il corpo di energia, dobbiamo svilupparne la luminosità, fino a sentire il nostro essere luminoso. All’inizio lo sentiremo più o meno luminoso in relazione a vari fattori, salute, stanchezza, emozioni, presenza, ecc.. Il respiro è in quasi tutte le tradizioni il veicolo cosciente più facile e naturale per sentire e muovere l’energia luminosa. La prima fase è "aprire il respiro", la parte iniziale della tecnica dove usiamo la volontà e l’attenzione per attivare il respiro e le energie sottili. Questa fase che può prendere circa 10-15 minuti. Cominciamo a sentire l’energia luminosa in mezzo alla fronte, tra i due emisferi, respirando consapevolmente dalle narici, poi cominciamo a bilanciare, la luce tra destra e sinistra, sentiamo la differenza e bilanciamo l’energia luminosa fino a sentire equilibrio. Proviamo a respirare nella pancia, sentiamo tutta la pancia che si gonfia, sentiamo i muscoli tesi che pian piano si allentano, sentiamo la sensazione di luce che scende fino ai piedi.
La seconda fase è: "espandere il respiro", dove usiamo ancora la mente sottile per arrivare a sentire tutto il corpo che respira. È l’espansione della coscienza: siamo arrivati a risvegliare l’anima, il sé luminoso, l’essenza. Proviamo a sentire che, tanto più siamo fermi e silenziosi, tanto più facilmente il nostro essere si espande, perdiamo i confini e sentiamo tutta la natura intorno a noi: la casa dove siamo, il giardino, il fiume, le campagne o le case vicino, la vita! … aprite il cuore e il corpo. Espandete la coscienza e l’energia.
A questo punto inizia la terza fase: "il respiro silenzioso", la vera meditazione, che dura circa 30-40 minuti. Si sente tutto il corpo che respira, come fosse una sfera e non si fa più nulla, si ferma la mente, il respiro avviene da solo, tutto accade spontaneamente, non ci siamo più. È lo Zen: "Sedendo silenziosamente, senza fare nulla, la primavera arriva e l’erba cresce da sola!"
Dopo questa immersione nel silenzio, lentamente si ritorna al presente, dandosi 5-10 minuti, muovendosi lentamente, stiracchiandosi ad occhi chiusi, restando in sé e conservando la consapevolezza del vuoto e godendosi l’esistenza.
Il procedere dell’evoluzione personale si manifesterà con una diminuzione dei tempi della prima e seconda fase e da un progressivo allungamento della terza fase di "non mente" e silenzio.

Nel Taoismo, il corpo di luce, che rappresenta una realizzazione interiore ben precisa, non viene menzionato spesso, perché ci si arriva solo dopo molti anni di pratica. Oggi invece è più facile. E’ come se ci fosse una maggiore facilità a raggiungere certi stati coscienza, che prima non c’era. Comunque ogni persona ha i suoi tempi e quando arriva in quello stato lo sente, all’inizio non sa con precisione se la sensazione è giusta, non sa se "crederci", se è un’illusione ottica o retinica…, poi ad un certo momento non solo si sente, ma la si sente bene ed il risultato è che il corpo cambia, cambia l’umore, cambia la visione del mondo, succedono varie cose. Quando vediamo questo effetto e registriamo le onde cerebrali vediamo che le persone, quando entrano in questo spazio, vanno sopra il 90% di sincronizzazione cerebrale. Quando entrano nella sensazione del corpo come energia luminosa la coerenza sale subito, delle volte si può registrare un salto di 20/30 punti percentuali, cioè rapidissimo. A volte le persone ci restano solo per pochi istanti ma, in alcuni casi, anche per un’ora.
In cerchio è ancora più facile perché si utilizza la sincronizzazione collettiva. I "cerchi", i gruppi numerosi di persone sedute che si tengono per mano, sono un momento di potenziamento ossia, individualmente, se dobbiamo lavorare per creare l’equilibrio, cioè uscire dalla tasta, aprire il cuore, riallineare i centri, riequilibrare le energie sui canali, ci mettiamo molto, troppo tempo. Se invece utilizziamo il processo di coerenza collettiva, cioè sincronizziamo i cervelli, le energie, le coscienze, quello che succede è che entriamo rapidamente in questa esperienza di alta energia collettiva. Normalmente arrivare ad un’esperienza simile avrebbe richiesto molto più tempo e lavoro, invece con un buon livello di coerenza collettiva è possibile fare questa esperienza molto più rapidamente.
Dopo il parallelo lavoro sulla liberazione del negativo e sullo sviluppo del potenziale positivo nasce spontanea una consapevolezza globale del proprio essere. E' l’opera di riconoscimento della nostra natura profonda, dell’essenza, è la riscoperta dell’anima, del Sé e corrisponde al parallelo lavoro di risveglio del corpo, delle energie, delle sensazioni, della creatività, delle percezioni sottili e dell’esperienza del nostro essere. La riappropriazione di sé significa che, ora, non siamo veramente e integralmente noi stessi, che non conosciamo tutte le nostre possibilità, e che possiamo quindi riscoprire dentro di noi una serie di dimensioni, di emozioni, di creatività, di sensibilità che, come potenziali umani devono essere sviluppate adeguatamente. Solo se riusciamo ad esprimere queste potenzialità ne siamo realmente in possesso, altrimenti esse diventano la base delle frustrazioni, delle depressioni e dei rimpianti. La comunicazione globale è una componente essenziale di questo lavoro. E' il lavoro sull’ombra, sull’inconscio individuale e collettivo, sulla "disintossicazione" del corpo, delle emozioni e della psiche di tutti i veleni fisici e psichici, le tossine energetiche ed emozionali, le inibizioni dell’anima e le paure sociali e culturali che ci hanno avvelenato e condizionato finora. Questa fase critica della crescita umana si attua attraverso una serie di processi fisici, energetici, emozionali e psicologici che tendono a liberare le energie emozionali negative (catarsi, abreazioni, ecc.), che, una volta sciolte diventano energie positive disponibili per il processo evolutivo. 

Le energie bloccate rappresentano un’enorme risorsa per lo sviluppo del potenziale umano, una parte separata che deve essere reintegrata come elemento essenziale per ricomporre l’unità globale dell’essere. 

E’ un processo di autoconsapevolezza, di presa di coscienza. 

L’essere umano è l’unico animale in grado di guarire e trasformare coscientemente e profondamente il suo stesso essere. Partendo dalla consapevolezza di essere frammentati, divisi, inquinati/condizionati sui vari livelli fisici, mentali e spirituali, nasce la ricerca di una profonda trasformazione e un risveglio del nostro intero essere. La crescita personale quindi inizia prendendo coscienza del fatto che siamo psicoenergeticamente bloccati, che siamo inconsapevoli delle nostre potenzialità e quindi che non sappiamo chi siamo veramente. Per iniziare questo cammino è ovviamente necessaria una consapevolezza del proprio stato positivo e, soprattutto, del negativo. Il medico, l’operatore o il counselor olistico stimolano, con una serie di pratiche, una presa di coscienza della propria situazione globale di malessere e degli strumenti per potersi liberare. La consapevolezza del proprio stato reale è essenziale affinché la persona rompa il suo stato di chiusura energetica e mentale e di rimozione sui suoi aspetti negativi (fisici, emotivi, psicologici, ecc.) e inizi quindi il percorso della crescita personale e dell’evoluzione della coscienza. 

La consapevolezza globale e l’apertura del cuore, portano una persona a vivere nel corpo, nella sicurezza delle sue sensazioni fisiche, nella fiducia delle sue percezioni e dei suoi istinti. 

L’inconsapevolezza di sé, la chiusura del cuore e la parallela iperattività mentale, generano un senso di separazione tra se stessi e il proprio corpo.

 Il corpo diventa una macchina da comandare e guidare, spesso da controllare e inibire. Tutto questo genera mancanza di piacere, una delle principali caratteristiche spirituali dell’energia-intelligenza vitale. L’inibizione del piacere ci toglie la capacità di vivere nel presente, di assaporare il senso della vita che scorre dentro e fuori di noi. Tutte le funzioni fisiologiche – mangiare, fare l’amore, dormire, giocare, lavorare, evacuare - che dovrebbero essere fonte di piacere e di esperienze interiori, vengono controllate dalla mente e diventano rigide, innaturali, artificiali, meccaniche. Le persone perdono la spontaneità istintiva di vivere, perdono la giocosità, la curiosità, la ricerca dell’avventura. Viene inibita l’intelligenza di vivere giocosamente, anche fare l’amore diventa un’attività mentale. La persona diventa controllata, grigia, rigida, morta, ferma, senza slanci. 

Chiudendo il cuore che sperimenta la vita attraverso le percezioni, le sensazioni e le emozioni dirette, tutto il vissuto viene mediato dalla mente, dalla testa che deve capire, ragionare, valutare. L’iperattività della mente materiale-razionale genera una certa inibizione della mente intuitiva-spirituale, dell’intuizione, dell’intelligenza creativa, vitale e amorevole e in ultima analisi del libero pensiero. La persona segue schemi di vita precostituiti, ha paura di cambiare e di ragionare in maniera autonoma, spiritualmente non si sente un'anima, psicosomaticamente non si sente una unità autonoma, quindi deve sottostare alle gerarchie famigliari, sociali, religiose a cui si appella (sperando) di entrare in contatto con sé, con il senso di vivere, con Dio, non può farlo direttamente,genera nelle persone e nei bambini in particolare, la sensazione collettiva che l’esistenza (famiglia e società) siano senza amore, e quindi la percezione di non aver ricevuto sufficiente affetto, comprensione e riconoscimento personale. Senza amore nasce la sensazione che la vita sia fredda, che non abbia senso, che l’esistenza sia ostile, che Dio sia un dovere, una legge, un timore. Quindi si diventa chiusi, scettici, sfiduciati, spenti, senza entusiasmo. La persona si comporta in modo rigido e controllato, viene persa la spontaneità e la fluidità della comunicazione e dei movimenti. 

Chiudendo il cuore, che deriva dal mesoderma e che rappresenta il ponte tra corpo e mente si frammenta l’unità psicosomatica. Il cuore che insieme ai polmoni rappresenta il motore della comunicazione, si chiudono così le potenzialità di esprimere il positivo-negativo interiore e si accumulano emozioni positive-negative non espresse: amore, entusiasmo, fiducia, oppure rabbia, paura, depressione, giudizio.
Di Nitamo Federico Montecucco ( Estratti dal libro "Psicosomatica Olistica", Ed. Mediterranee)