lunedì 29 aprile 2013

Cibo, Energia e Gusto delle Emozioni Interiori




Cibo, Energia e Gusto delle Emozioni Interiori


L'INFLUENZA E GLI EFFETTI DEL CIBO
È sempre più avvertita nel mondo d'oggi l'esigenza di alimentarsi in modo più leggero, sano ed equilibrato.
L'abitudine di mangiare sempre di corsa senza quasi masticare, scegliendo cibi secchi, salati, raffinati e grassi, accompagnati da grandi quantità di dolci, ci porta, negli anni, a sviluppare problemi di salute, diabete, disturbi cardiovascolari, malattie degenerative e indebolimento progressivo delle difese del sistema immunitario.

Alimentarsi in maniera salutare dipende solo da noi, da quanto veramente teniamo a noi stessi e alla vita. Spesso è difficile comprendere il grande aiuto che deriva semplicemente dall'eliminare o ridurre al minimo alcuni alimenti che per anni abbiamo continuato a consumare, abusandone, senza mai domandarci quale influenza potesse avere tutto ciò sul nostro corpo fisico ed emozionale, insensibili ai segnali che il corpo stesso c'invia.
Se ci sentiamo tesi, rigidi, contratti o appesantiti, forse abbiamo abusato di cibi secchi cotti al forno (pane, biscotti, grissini, torte), oppure cibi animali e salati (carne, uova, sale e salumi).
Viceversa, se ci sentiamo confusi, stanchi, depressi e inconcludenti, abbiamo molto probabilmente fatto uso eccessivo di dolci e bevande ricche di zucchero, latticini, verdure acide (pomodori), alcoolici e cibi industriali, con conseguente impoverimento di oligoelementi, sali minerali e vitamine.

Del resto, noi “siamo fatti di ciò che mangiamo”, diceva Ohsawa.
Gli antichi insegnavano come il cibo avrebbe dovuto essere la nostra medicina. Alimenti, erbe e rimedi naturali possono essere molto potenti ed efficaci, se usati correttamente e al momento opportuno. Una giusta ed equilibrata alimentazione lavora positivamente sul fisico, aiutando il nostro sistema immunitario e tutti gli organi a rinforzarsi ogni giorno, consentendo al nostro corpo e alla mente di recuperare la propria energia, raggiungendo serenità e armonia con se stessi.

Parlando di alimentazione, si pensa solo al cibo ingerito quotidianamente, ma
tutto ci nutre, per esempio la lettura, la conversazione, il lavoro, la natura, l'ascolto, la meditazione.
Dipende da noi, valutando le stagioni, l'ambiente, le relazioni, le emozioni, scegliere con saggezza il cibo più equilibrato, prendendo atto che ciò che va bene per noi può non andare altrettanto bene per un'altra persona e viceversa.
Nutrendo un atteggiamento positivo per un nuovo cammino e riponendo profonda fiducia in ciò che facciamo, sapendo, quando serve, anche ridere di noi stessi, diventiamo responsabili e consapevoli delle nostre scelte, vivendo in salute, non mentendo a noi stessi, con umiltà e gratitudine per quanto riceviamo giorno dopo giorno.
Spesso arriviamo a comprendere tutto ciò solo dopo essere passati attraverso l'esperienza della malattia e della sofferenza.
Lasciamo che nasca in noi la ricerca e il desiderio di una vita nuova.
CIBO, ENERGIA ED EMOZIONI SECONDO LA FILOSOFIA ORIENTALE
I saggi orientali consideravano il cibo come una medicina “potenziale”. A seconda dell'uso che ne veniva fatto esso era capace d'influenzare positivamente o meno l'intero essere, sia fisico, che mentale e spirituale. Era importante stabilire la giusta quantità, qualità e modalità d'uso e preparazione.
L'applicazione corretta dell'energia determinava la nostra forza vitale o energia chiamata “KI”.

Ristabilire un flusso energetico stabile, moderato, armonico, significava avvalersi di conoscenze e avviarsi lungo un cammino che portava alla serenità, al benessere consolidato e costante nel tempo. Quando questa forza vitale non riusciva a fluire liberamente, ecco che insorgeva la malattia. I cibi presi giornalmente hanno un effetto su tutta la sfera mentale ed emozionale strettamente legata alla funzionalità degli organi e quindi “
un buon cibo crea delle buone emozioni”.
I filosofi orientali associavano le emozioni agli organi, la conoscenza e lo studio degli organi sotto l'aspetto energetico li portava a fare una diagnosi preventiva prima che gli organi potessero arrivare ad ammalarsi.

Per esempio,
un fegato ben equilibrato porta la persona a essere paziente, tenace, con molte capacità di rinnovamento; nel caso contrario l'energia muta portando la persona a essere impaziente, irosa con sentimenti di rabbia.Un cuore sano e vigoroso emana entusiasmo, amore, gioia, gratitudine per tutto ciò che gli sta intorno.
Viceversa, la persona diviene iperattiva, frenetica, perennemente insoddisfatta se ha problemi al cuore.

Mentre nel caso della
milza/pancreas-stomaco in condizioni ottimali, il soggetto emana simpatia, capacità di rapporti e comprensione; non appena la funzionalità viene meno, l'ansia, la preoccupazione, la mancanza di fiducia, l'invidia prendono il sopravvento. I polmoni ben funzionanti danno al corpo vitalità, capacità di realizzazione, sicurezza; mentre poca energia porta tristezza, melanconia, indecisione.L'emozione sprigionata da chi gode di una buona funzionalità renale è il coraggio, il senso dell'avventura, la voglia di nuove conoscenze.
I reni energeticamente indeboliti infondono senso di paura, timore di affrontare la vita, chiusura di carattere.
GLI ORGANI
Nella medicina orientale gli organi come cuore, fegato, milza/pancreas, polmoni e reni vengono classificati come organi pieni (yang), compatti e situati più in profondità nel corpo, mentre intestino tenue, vescicola biliare, stomaco, intestino crasso (colon) e vescica urinaria sono organi cavi (yin), meno compatti e più in superficie nel corpo.
Organi yin e yang sono fra loro complementari e si relazionano a coppie:

cuore (yang) - intestino tenue (yin)
milza/pancreas (yang) - stomaco (yin)
polmoni (yang) - intestino crasso (yin)
reni (yang) - vescica urinaria (yin)
fegato (yang) - vescicola biliare (yin)
Gli organi yang fungono da centri preposti alla circolazione, all'immagazzinamento e alla distribuzione.
Gli organi yin, invece, sovrintendono all'eliminazione.
Oltre agli organi succitati ve ne sono altri due non riconosciuti come tali dalla nostra medicina occidentale: il mastro del cuore e il triplice focolare.

Il primo è il regolatore del caldo e del freddo; controlla, quindi, la temperatura corporea. Mentre il triplice focolare controlla e supervisiona l'intero processo circolatorio.



I GUSTI DELLE EMOZIONI INTERIORI
In base ai sapore che ci chiede il nostro palato possiamo determinare una guida per percepire lo stato d’animo delle nostre emozioni.


Ma come si incontrano il sapore degli alimenti secondo la medicina tradizionale cinese ed i cinque elementi? Ognuno dei cinque elementi è riferito ad ognuno dei cinque gusti in quanto si suppone che l'elemento e la sua forza vitale vengano stimolati da quella particolare categoria di gusto Equilibrando i cinque gusti presenti nella nostra alimentazione, ma anche facendo delle riflessioni tra i gusti dei quali abbondiamo e quelli per cui proviamo una naturale avversione, sarà possibile tentare la cura di alcune patologie che ci appaiono immotivate i binomi da cui iniziare sono: 
 
Legno e gusto Aspro
Fuoco e sapore Amaro
Terra e Dolce
Metallo con Piccante
Acqua e gusto Salato


Quando la dieta abbonda di un gusto e manca di altri, secondo la medicina tradizionale cinese, si generano scompensi. Per fare un esempio, poichè l'amaro è dominato dall'elemento fuoco e governa il funzionamento del cuore, un eccesso di questo gusto va a sovraccaricare il lavoro di questo organo e degli altri componenti collegati, come ad esempio il flusso sanguigno. E via di seguito. Ma esiste anche una classificazione per la quale certi sapori sono più forti di altri e di conseguenza oltre a sovraccaricare gli organi di riferimento, finiscono per danneggiare quelli collegati agli altri elementi e sapori. Ad esempio il salato è più forte dell'amaro e il dolce più forte del salato. L'eccesso di un sapore nella propria dieta è quindi da valutare e sicuramente, in questo modo si riuscirà a capire qualcosa di più del nostro organismo e degli eventuali squilibri della nostra alimentazione.




La prima zona del sapore è dolce, perchè è l’affetto il motore delle nostre emozioni, dopo viene la zona del salato, quindi dell’interesse e le motivazioni, poi il gusto si avvia all’interno della lingua per reggere il sapore acido, la sfida, l’avventura, i problemi, e infine la parte profonda e posteriore della lingua la zona amara, la frustrazione, la crisi, la delusione, il dolore, il rammarico,il rimuginare pensieri negativi,.....












fonte:Il Potere del Cibo - Estratto del libro 'Guarire con il cibo' di Giusi De Francesco

foto:http://www.1channel.it/?p=14521
http://www.donnamoderna.com/






giovedì 25 aprile 2013

L'AMORE E' FOLLIA


Gli amanti amano stare insieme non certo solo per piaceri carnali,
ma perche' hanno cose da dire che non riescono a dire.

Platone


http://www.youtube.com/watch?v=Xhzh1GWSkTg


Quindi l'amore inizia la' dove c'e' il collasso della ragione, il collasso del linguaggio...

Il linguaggio degli amanti e' un linguaggio duale,
cioe' un linguaggio che incomincia a contaminarsi con la dimensione folle.

La ragione fissa l'identita' delle cose, stabilisce che una cosa e' se stessa e non altro,
e quello che antecede la ragione la dobbiamo chiamare follia, dove una cosa e' se stessa ma anche altro,
ed e' questa dimensione ma anche altro che e' una dimensione inquietante.

L'amore e' anche altro perche' segna il collasso della ragione e l'apparizione di quella apparizione inquietante che siamo soliti chiamare follia.

L'amore segna il collasso della ragione e l'apparizione della follia.

Ti devi dislocare dalla ragione altrimenti non sei in grado di amare.

L'amore abita la dimensione della follia.




Trascrizione estratta dal video del Prof. Umberto Galimberti - Presentazione del libro "Le cose dell'amore" (vers.integrale 2009)
Il Prof. Umberto Galimberti dal 1976 professore incaricato di Antropologia Culturale e dal 1983 professore associato di Filosofia della Storia. Dal 1999 è professore ordinario all’università Ca’ Foscari di Venezia, titolare della cattedra di Filosofia della Storia.

lunedì 22 aprile 2013

Giornata Mondiale della Terra:Dobbiamo salvare il nostro mondo, prima che sia troppo tardi!




Quando togliamo qualcosa alla terra,
dobbiamo anche restituirle qualcosa.
Noi e la Terra dovremmo essere
compagni con uguali diritti.
Quello che noi rendiamo alla Terra
può essere una cosa così semplice
e allo stesso tempo così difficile
come il rispetto.

Indiano Navajo




https://www.youtube.com/watch?v=hxFH3f6mtVI


Oggi è la Giornata della Terra!
Dobbiamo salvare il nostro mondo, prima che sia troppo tardi!

Ogni anno il 22 aprile, più di un miliardo di persone partecipano alla Giornata della Terra. In tutto il mondo, le singole persone, le comunità, le organizzazioni e i governi riconoscono il meraviglioso pianeta che chiamiamo casa e decidono di fare delle azioni concrete per proteggerlo.

La giornata della Terra 2013: Il Volto del Cambiamento Climatico


La Giornata della Terra (in inglese Earth Day), è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera,
Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani, rispondendo ad un appello del senatore democratico Gaylord Nelson, si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del nostro pianeta. Tutti, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal reddito, hanno diritto di vivere in un ambiente sano, equilibrato e sostenibile. La Giornata della Terra si basa saldamente su questo principio.
Da movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuto un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la fine della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
 Testo rielaborato da wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_della_Terra 


Preghiere per la Madre Terra

Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose.
Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto.
Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce.
Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo.
Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me.
Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia.
Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso.
Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso.
Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna".

Preghiera per il Grande Spirito Tatanka Mani (Bisonte che Cammina) (1871 – 1967)



 
https://www.youtube.com/watch?v=EYacg9In1zc
Io Ci Tengo’ è una grande campagna di sensibilizzazione che coinvolge testimonial vip e gente comune, attraverso dei video clip per diffondere messaggi di impegno e di educazione a comportamenti sostenibili.
L'iniziativa vuole aumentare la consapevolezza ambientale di chiunque: far conoscere come anche i piccoli gesti contribuiscono ogni giorno a ‘far ammalare’ la Terra. Per questo è importante coinvolgere quanta più gente è possibile in ogni angolo del Pianeta.



 

The Face of Climate Change: invia la tua fotografia

Per sensibilizzare al problema del cambiamento climatico, Earth Day Network ha organizzato una raccolta online di fotografie ed immagini che mostrino le conseguenze dello stesso sulle persone, sugli animali e sull'ambiente, e l'impegno degli individui per affrontare tale sfida. Immagini e racconti verranno raccolti da parte di EDN al fine di raccontare e di mostrare il vero volto del cambiamento climatico. Le immagini pervenute saranno protagoniste di eventi in tutto il mondo.
Invia qui la tua fotografia.


 
 https://www.youtube.com/watch?v=ze7KQIIaxHQ

"Voi potreste essere l'ultima generazione a cui è possibile ribellarsi. Se non vi ribellate potrebbero non esserci più opportunità: l'umanità potrebbe essere ridotta allo stato di robot. Quindi ribellatevi, finché siete in tempo."
(Osho)

La Saggezza e l'Amore per la Madre Terra
degli Indiani D'America

Oh grande spirito, la cui voce sento nei venti e il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltami!
Vengo davanti a te, uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole, ho bisogno della tua forza e della tua saggezza.
Lasciami camminare nelle cose belle, e fa che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro.
Fa che le mie mani rispettino tutto ciò che hai creato, e le mie orecchie siano acute nell'udire la tua voce.
Fammi saggio, così che io riconosca le cose che hai insegnato al mio popolo, le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza, non per essere superiore ai miei fratelli me per essere abile a combattere il mio più grande nemico: me stesso! Fa che io sia sempre pronto a venire con te, con mani pulite e occhi dritti, così che quando la mia vita svanirà come luce al tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna.
Navajo


Quando ti avvicini a un piccolo ruscello e ti vuoi lavare,
devi prima metterti in raccoglimento e
parlare all'acqua che scorre.
Non è possibile immergere semplicemente la mano
e lavarti il volto con l'acqua fresca,
devi mostrare timore e
camminare piano fino al ruscello.
Una volta arrivato prendi un po' d'acqua
e bagnati quattro volte il volto,
poi china il capo e prega.
Ogni corso d'acqua dell'antica regione dei Chiricahua
è per noi sacro.

Navajo

Siamo della Terra e alla Terra apparteniamo.
O Madre Terra...ogni passo che muoviamo su di te
dovrebbe essere un atto di devozione,
una preghiera rivolta a te.

tratte da " i 49 Canti degli Indiani d'America"

Siamo tutti interconnessi,per migliorare noi stessi e il Pianeta dobbiamo creare una consapevolezza globale a partire da una coscienza personale

Katia Botta









































mercoledì 17 aprile 2013

Il Credo Optimist di Christian D. Larson


Il Credo Optimist di Christian D. Larson


Christian D. Larson è stato uno dei primi leader del Nuovo Pensiero, nei suoi insegnamenti logici la teologia e la scienza si incontrano per offrire una filosofia pratica e sistematica della vita.

Il Credo Optimist è stato scritto nel 1912 da Chistian D. Larson, nel suo libro “Le vostre forze e come usarle”. E' stato adottato come credo Optimist Internazionale nel 1922 e molti hanno trovato ispirazione nelle sue parole. Spesso si legge in ospedali, spogliatoi o in qualsiasi luogo in cui e' necessaria una motivazione. E' stato anche presentato in “The Secret”.


Prometti a te stesso
di essere così forte che nulla potrà disturbare la serenità della tua mente.
Prometti a te stesso
di parlare di bontà, bellezza, amore ad ogni persona che incontri;
di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di grande in loro;
di guardare il lato bello di ogni cosa e di lottare perchè il tuo ottimismo diventi realtà.
Prometti a te stesso
di pensare solo al meglio, di lavorare solo per il meglio, di aspettarti solo il meglio,
di essere entusiasta del successo degli altri come lo sei del tuo.
Prometti a te stesso
di dimenticare gli errori del passato per guardare a quanto di grande puoi fare in futuro;
di essere sereno in ogni circostanza, di regalare un sorriso ad ogni creatura che incontri;
di dedicare così tanto tempo a migliorare il tuo carattere, da non avere tempo per criticare gli altri.
Prometti a te stesso
di essere troppo nobile per l’ira, troppo forte per la paura, troppo felice per lasciarti vincere dal dolore.
Christian L.Larson


English version

Promise Yourself
To be so strong that nothing can disturb your peace of mind.
To talk health, happiness, and prosperity to every person you meet.
To make all your friends feel that there is something worthwhile in them.
To look at the sunny side of everything and make your optimism come true.
To think only of the best, to work only for the best and to expect only the best.
To be just as enthusiastic about the success of others as you are about your own.
To forget the mistakes of the past and press on to the greater achievements of the future.
To wear a cheerful expression at all times and give a smile to every living creature you meet.
To give so much time to improving yourself that you have no time to criticize others.
To be too large for worry, too noble for anger, too strong for fear, and too happy to permit the presence of trouble.
To think well of yourself and to proclaim this fact to the world, not in loud word, but in great deeds.
To live in the faith that the whole world is on your side, so long as you are true to the best that is in you.
Christian L.Larson
 
Katia Botta

TUTTO E' EMOZIONE!


TUTTO E' EMOZIONE!

Nella sezione TUTTO E' EMOZIONE da oggi troverete Poesie, Citazioni, Aforismi, Preghiere e Video carichi di emozioni e sentimenti, un momento per riflettere su noi stessi, sull'amore,la gioia, la felicita', la pazienza, l'amicizia ecc.
Un incontro con grandi autori ma soprattutto noi stessi.

 
Il primo video lo voglio dedicare agli Angeli, nostri amici e guide invisibili che percorrono insieme a noi il sentiero dell'Anima.
Gli Angeli sono energia pura e allegria, si trovano nel livello di energia vibrazionale piu' alto e il loro compito e' quello di lavorare, proteggere e garantire l'elevazione spirituale dell'umanita'.

 
Se cerchi un angelo.....

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=xpJhzhfsafA



Katia Botta


lunedì 15 aprile 2013

Maqui una Pianta dalle Mille Risorse



I Polifenoli del Maqui
Il vero tesoro dell'isola di Robinson Crusoe

Il Tesoro dell'isola è lì, all'aria aperta e alla portata di tutti, in distese naturali e abbondanti. È una pianta, che cresce spontaneamente in questo Eden sperduto. Si chiama Maqui ed è un sempreverde caratterizzato da eleganti fiori bianchi e bacche di un intenso color blu, grandi anche quanto un'oliva.
Il nome scientifico è Aristotelica chilensis, in onore del filosofo greco Aristotele cui si fa risalire la catalogazione di piante di questo tipo.

Il nome risale ai
Mapuche, un'etnia indigena amerinda.
I Mapuche conoscevano le
valenze officinali del maqui e oltre al frutto ne usavano steli e foglie per lenire le irritazioni della gola e favorire la cicatrizzazione delle ferite. Dalla fermentazione del succo delle bacche traevano una bevanda alcolica, la chicha, ancor oggi apprezzata e diffusa sia in continente sia a Crusoe.
Una pianta dalle mille risorse
Il maqui si presenta come un grosso arbusto. Il
fusto, sottile ed elastico, può raggiungere anche i cinque metri di altezza. Le foglie sono ellittiche, con l'estremità appuntita.
Tra settembre e novembre (periodo di primavera nell'emisfero australe) fa sbocciare una serie di candidi
fiori bianchi che spiccano luminosi nel verde della foresta subantartica.
In estate, cioè da dicembre in poi, maturano le
bacche: tonde, piene, brillanti e gustosamente commestibili. Entro l'inizio di marzo verranno raccolte e consumate.
Le foglie, invece, vengono essiccate e adoperate per tisane e infusi dalle proprietà astringenti, analgesiche e antipiretiche.
Con le bacche, infine, si preparano dolci, marmellate, succhi di frutta e coloranti naturali.
Il caratteristico e intenso blu è dovuto alle
antocianine contenute nel frutto: si tratta di polifenoli che (tra le varie azioni) lo proteggono dall'eccessivo irraggiamento.
Il clima dell'area, unito all'incremento delle radiazioni solari (un aumento del 50 per cento negli ultimi trent'anni), ha portato la pianta a un graduale e progressivo sviluppo della produzione di questi pigmenti naturali, al punto che oggi il maqui è la bacca con il maggior contenuto di antociani in assoluto.
Raccolta impegnativa e attenta

Raccogliere le bacche di questo arbusto non è semplice come si potrebbe pensare: non è prevista alcuna produzione industriale, non esistono terrazzamenti coltivati a maqui. La raccolta si effettua esclusivamente in ambiente originario, sulle piante selvatiche. E viene fatta rigorosamente a
mano, intrufolandosi tra gli arbusti con attenzione per non spezzarli e staccando con delicatezza ogni singola bacca dal proprio rametto.
Una raccolta meccanizzata non è possibile: rischierebbe di distruggere il delicato habitat naturale, o rovinare la salute della pianta o compromettere l'integrità della bacca. La "vendemmia", pertanto, è un processo lungo, faticoso e paziente. Ecco perché le bacche di maqui sono un prodotto raro, pregiato e di spiccata
eccellenza.

Polifenoli in azione

Che il maqui faccia bene non lo impariamo solo dalle abitudini dei Mapuche, che ne facevano largo uso nei loro rimedi curativi. L'
indagine scientifica ci rivela chela bacca di maqui è ricchissima di polifenoli. Queste molecole organiche naturali sono in grado di interagire beneficamente con il nostro metabolismo.
Piccoli operai specializzati

I polifenoli sono molecole presenti ovunque nel regno vegetale e assolvono a svariati compiti. Le fitoalessine ad esempio hanno un'azione antifungina, per difendere la pianta da agenti patogeni; la lignina, interviene nella struttura meccanica della corteccia; le antocianine sono responsabili della pigmentazione e della colorazione vivace sia per attrarre gli impollinatori sia per filtrare le radiazioni solari; e via così.
Ma nell'organismo umano i polifenoli svolgono un'azione molto interessante sotto molti punti di vista.

Rappresentano la più recente frontiera nutrizionale: le loro proprietà sono sempre più studiate dalla scienza, al punto che oggi sono le molecole di origine naturale più indagate al mondo.

L'esposizione dell'uomo ai polifenoli durante la sua storia evolutiva ha determinato il fatto che molti fenoli o polifenoli abbiano
un'azione fisiologica nell'organismo.
Ed è possibile che siano molti di più di quelli a oggi noti. È un campo molto recente dell'indagine scientifica.

I polifenoli sono in grado di modulare l'infiammazione cellulare.
Quando parliamo di "infiammazione", si pensa al mal di gola, o a una situazione di disagio che si esplica in vari modi, dal dolore al rigonfiamento, dall'arrossamento al bruciore. Ma l'
infiammazione cellulare è un concetto diverso e più ampio. Non si concretizza a breve termine a danno di un particolare arto o organo,non è di per sé una malattia (se mantenuta sotto controllo); non dà alcun dolore e si esplica molto più in profondità, nelle cellule che compongono ogni tessuto. Queste cellule hanno un loro stato biochimico. L'infiammazione cellulare è l'alterazione di questo stato naturale ed entro una certa misura è il modo assolutamente fisiologico con cui l'organismo risponde a uno shock esterno (microbi,lesioni...). In altre parole, è necessaria per attivare la risposta immunitaria.
Pertanto l'infiammazione cellulare è un fenomeno naturale. Una preziosa alleata che, però, può trasformarsi in una terribile vendicatrice se la esacerbiamo con comportamenti sbagliati. Uno stile di vita eccessivo e stressato o un'alimentazione sregolata e squilibrata possono portare i livelli di infiammazione cellulare ben oltre i limiti fisiologici sufficienti all'organismo, con il risultato di destabilizzare pesantemente l'equilibrio chimico delle cellule.
Anche qui, non si deve parlare di malattia: la persona è sana, anche se i suoi parametri sono alterati. Ma un'alterazione rilevante non è da sottovalutare, anche se il soggetto sta bene: nelle cellule si scatena il caos, con reazioni chimiche che, anziché interagire, si contrastano.
Il tutto - ed è questo il pericolo - in modo silente: mentre si combatte questa guerra, il soggetto gode (meglio: crede di godere) di ottima salute. Ma un'infiammazione cellulare eccessiva e protratta per anni, può diminuire la funzionalità di diversi organi e, nel tempo, deteriorarla.
Come correre ai ripari? Molte delle proteine interessate nell'infiammazione cellulare attingono al
patrimonio genetico, cioè sono prodotte secondo "istruzioni"scritte nel DNA e che non si possono stravolgere. Si può, però, intervenire sul modo in cui queste informazioni sono lette ed espresse: non si possono cambiare i geni ma, appunto, la loro espressione, dal momento che viene facilmente influenzata da alcuni elementi nutrizionali(e dallo stile di vita).
L'incidenza dell'alimentazione sull'infiammazione cellulare è nota: alcuni fattori (grassi saturi,carichi glicemici eccessivi) favoriscono l'espressione di geni proinfiammatori; altre sostanze (acidi grassi omega-3, polifenoli) sono in grado di diminuire l'espressione che i geni codificano per le proteine proinfiammatorie.
E non si pensi che ci vogliano anni: ricerche preliminari sembrano mostrare che la capacità dei polifenoli di modulare l'infiammazione cellulare è (quasi) immediata e si esprime sulla scala delle ore: pasto dopo pasto, istante per istante. Ciò che si diventerà tra dieci anni è il risultato di ogni scelta di ciascun momento.

La scienza spiega come i polifenoli agiscono nell'organismo

Non sostiene che il maqui sia la pianta in grado di garantire ogni guarigione. In effetti i polifenoli si trovano nel maqui, ma anche in molti frutti comuni. Ribes, mirtilli, fragole, lamponi e more sono ricchi di
antocianine (un gruppo di polifenoli).
Ma, tra le bacche, il nostro maqui è il frutto con la maggior concentrazione di antociani. Queste preziose molecole, a loro volta, si dividono in diversi sottogruppi, a seconda della loro struttura chimica.
Senza entrare nello specifico, ci basta sapere che tra le più diffuse figurano la cianidina, la petunidina, la malvidina, la peonidina e la delfinidina. Ogni bacca ne contiene diverse associate insieme.
Tra i vari sottogruppi, quello delle
delfinidine sembra possedere una potenza maggiore.
Ebbene, anche qui il maqui riveste un ruolo di eccellenza, poiché tra tutte le bacche è quello più ricco in assoluto di delfinidina; negli estratti ottenuti dalla bacca, costituisce il 70 per cento sul totale degli antociani presenti. Una peculiarità unica, che non si riscontra in alcun altro frutto di bosco.
Nei fatti, mettendo in ordine i vari "berry" (come vengono chiamati i frutti di bosco in inglese) per capacità antiossidante, il maqui ha sicuramente il ruolo del re.
La capacità antiossidante viene di solito espressa con il valore ORAC (
Oxygen Radicals AbsorbanceCapacity, ossia "Capacità di Assorbimento dei Radicali dell'Ossigeno").
Più elevata è l'attività antiossidante, più è elevato il valore ORAC.
E seppure esso rappresenti solo una simulazione in laboratorio del valore antiossidante di un alimento, i numeri a carico del maqui sono sicuramente piuttosto impressionanti.

 
 

Un Pieno di Energia
Ma i nostri polifenoli si sono dimostrati utilissimi anche in un campo totalmente differente.
Come ogni macchina, il nostro corpo ha bisogno di "carburante" per funzionare e svolgere ogni processo vitale. Il "pieno" lo facciamo a tavola. I nutrienti permettono di produrre una molecola che si chiama
adenosina trifosfato (ATP). In questo processo di produzione interviene un'altra molecola, l'adenosina monofosfato (AMP). Dalla continua interazione di una serie di reazioni metaboliche tra ATP e AMP, l'organismo trae l'energia che gli serve.
All'interno della cellula, ATP e AMP sono presenti entrambi, a disposizione appunto per il lavoro metabolico. Ma il loro rapporto non è sempre costante e, se il bilancio è alterato, la nostra macchina soffre.
Per fortuna la cellula è dotata di una spia d'emergenza che segnala la riserva. Si chiama
AMPChinasi (AMPK) ed è un enzima programmato proprio per vigilare sulle riserve energetiche. È il "sensore energetico" della cellula: legge i livelli di AMP presenti nella cellula e, quando sono bassi, lancia l'allarme per ripristinarli.
L'attivazione dell'AMPK promuove la formazione di nuovi mitocondri, facilita lo sviluppo di energia dai grassi (ossidazione), riduce la sintesi del colesterolo,migliora il flusso sanguigno. Funzioni importantissime, al punto che l'AMPK è definito anche "
enzima della vita".
Se c'è un metabolismo efficiente dell'AMPK c'è energia,cioè uno stato di buon funzionamento generale (non a caso uno dei modi per attivarlo è proprio fare esercizio fisico).
Purtroppo, però, alcuni fattori possono interferire sul prezioso lavoro di questo enzima: l'invecchiamento, il diabete, una programmazione meno efficiente dei geni possono limitare l'attività dell'AMPK e, di conseguenza, ridurre il potenziale dell'energia a disposizione.
Per restare nel nostro esempio motoristico, è come avere una benzina povera di ottani.
La Ricerca suggerisce che i polifenoli sono in grado di
attivare l'AMPK: aiutano la cellula a conseguire uno stato energetico ottimale, stato che varie cause possono contribuire ad alterare. Tutto ciò ha importanti implicazioni sul funzionamento del nostro organismo.

La parola alla scienza

Scendiamo nel dettaglio insieme a due esperti di grande autorevolezza internazionale. Il
professor Giovanni Scapagnini - medico neuroscienziato esperto dei meccanismi biologici legati all'invecchiamento, soprattutto cerebrale. E al dottor Barry Sears - biochimico americano che ha messo a punto un regime nutrizionale, la Dieta Zona, noto il tutto il mondo.


Intervista al Prof. Giovanni Scapagnini

Il professor Giovanni Scapagnini, medico e neuroscienziato, è docente di Biochimica Clinica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi del Molise e membro del Direttivo della Società Italiana di Nutraceutica. Ha lavorato per quattro anni all'Institute of HumanVirology di Baltimora (Maryland, Usa) fondata dal celebre Robert Gallo, con il quale Scapagnini si è occupato della sperimentazione dei polifenoli estratti dal te verde. È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche internazionali e di diversi libri divulgativi. Tra i temi più approfonditi in carriera figurano i polifenoli antiossidanti e i meccanismi molecolari della resistenza cellulare allo stress; il sistema dell'eme ossigenasi (un enzima) e la sua funzione nella risposta cellulare allo stress;i meccanismi di regolazione nell'invecchiamento dei tessuti e nei disordini degenerativi; lo studio di geni coinvolti nei meccanismi di sopravvivenza cellulare.
In difesa delle cellule
«I polifenoli sono molecole chimiche che rappresentano il sistema immunitario delle piante.
Sono sostanze esterne che noi non siamo in grado di produrre e che, però, normalmente acquisiamo».
I polifenoli hanno la capacità di attivare particolari risorse all'interno della cellula. Può spiegarci questo fenomeno?
«La maggior parte di queste sostanze è in grado di interferire a più livelli sul sistema dei segnali cellulari. In un'ottica salutistica, e con diverse specifiche, queste sostanze sono in grado di innescare un meccanismo antinfiammatorio generale, con ricadute positive importanti sul sistema biologico della cellula e, più in generale, sull'organismo in toto».
Pertanto, definire i polifenoli "antiossidanti" è riduttivo.
«I polifenoli sono tendenzialmente antiossidanti "in vitro". Poi, quando te li metti in bocca, diventano vere e proprie molecole attive, in grado di accendere nella cellula la risposta biogenerante. Questo è un concetto molto diverso: premono proprio l'interruttore che dice alla cellula: "Inizia a produrre sostanze antiossidanti, che è il momento di difendersi!". E questo fa sì che la cellula diventi una "supercellula". È un segnale di "sopravvivenza cellulare". Molto, molto efficace».

Inviolabile supercellula
L'ormesi è quel fenomeno per cui l'organismo,riconoscendo i polifenoli come una sostanza "esterna", attiva una risposta che porta la cellula a esprimere al massimo il suo potenziale biologico, attivando risorse straordinarie fino a quel momento latenti e trasformando la cellula in una supercellula, più resistente a qualsiasi tipo di stress esterno.
 
È questo processo che si definisce "ormesi"?
«In qualche modo sì. L'ormesi è un adattamento a uno stimolo. In questo caso lo stimolo è indotto dai polifenoli. Facciamo un esempio: quando prendiamo il sole, esponiamo le cellule ai raggi UV. Esse attivano un meccanismo di difesa, poiché l'irraggiamento è un fattore fortemente stressante.
Con i polifenoli, invece, l'adattamento avviene senza che ci sia una condizione negativa a monte. C'è una situazione adattiva che avviene - nel tempo - nel nostro sistema, a prescindere dagli stress. Questo è estremamente interessante in contesti in cui si producono molti radicali liberi, come ad esempio durante l'attività sportiva».

Si dice che i polifenoli siano efficaci contro l'invecchiamento.
«L'invecchiamento è un processo fisiologico inevitabile. I polifenoli sono considerati "antinvecchiamento", perché riducono l'infiammazione cronica e aumentano le capacità ossidative della cellula e in qualche modo ti "ringiovaniscono", nel senso che agiscono sulle degenerazioni legate all'invecchiamento. Servono per aiutare le cellule ad adattarsi a tutti gli stress quotidiani; rappresentano un "allenamento", un "additivo" che migliora - e di molto - la capacità di adattamento delle cellule. Questo è il segreto dei polifenoli».

In che modo i polifenoli dialogano con i geni?
«La singola cellula è esposta a danni che coinvolgono il DNA. Il danno è una mutazione che non si trasmette alla prole, ma danneggia l'organismo. I polifenoli attivano i meccanismi di riparazione al massimo livello, attraverso quegli interruttori che abbiamo visto (l'Nrf2, che è il più importante, e le sirtuine). Le sirtuine si attivano con la restrizione calorica, con la diminuzione delle calorie. Quando tu induci le sirtuine, aumenti la longevità della cellula; e non perché la cellula diventa geneticamente meglio predisposta, ma perché si tara nuovamente, diventa perfetta, non è più attaccabile e quindi non si danneggia ed è al massimo della sua espressione. E questo assicura longevità».
Intervista al Dott. Barry Sears
Il dottor Barry Sears è un biochimico statunitense, che ha studiato a lungo le risposte chimiche ai nutrienti, nel tentativo di trovare una soluzione nutrizionale per i diabetici. Convinto che si debba parlare di ormoni e non di calorie, ha studiato un metodo alimentare che mira al mantenimento di un livello di glicemia stabile nel sangue e un bilanciamento ormonale. La sua Dieta Zona cerca di tenere la produzione di insulina in una "zona" né troppo alta né troppo bassa ed è basata sui concetti di "equilibrio" e "moderazione" degli alimenti (assunti secondo una distribuzione di macronutrienti basati sul 40 per cento di carboidrati, 30% di proteine e 30% di grassi), nonché su una adeguata attività fisica e sul controllo quotidiano dello stress. Ha sempre fornito molti studi e ricerche scientifiche a supporto delle sue teorie, oltre ad aver firmato libri divulgativi che hanno fatto conoscere"la Zona" in tutto il mondo. È membro del MIT e presidente della Research Inflammation Foundation.
Lei ha descritto il fenomeno dell'infiammazione cellulare affermando che - oltre alla genetica all' esercizio fisico, ecc. - anche l'alimentazione ha un ruolo molto importante in questo fenomeno. Quali sono le particolari caratteristiche dei polifenoli in questo contesto?
«L'infiammazione cellulare può essere definita come una costante attivazione di un interruttore genetico che si chiama NF-kB, che influisce sui geni infiammatori nel DNA della cellula. Gli acidi grassi omega-3 e i polifenoli sono in grado di limitare l'attività di questo interruttore, con la conseguenza di ridurre così i livelli di infiammazione cellulare. Tradotto in pratica tangibile, significa meno malattie croniche e una migliore qualità di vita».
Abbiamo sentito palare di un coinvolgimento dei polifenoli nel regolare lo "stato energetico dell'organismo", influenzando il cosiddetto "enzima della vita". Ci può meglio spiegare questo concetto?
«C'è un enzima molto importante, che si chiama AMP Chinasi (AMPK) ed è il sensore di energia della cellula. I polifenoli sono in grado di attivare questo enzima, che è responsabile di tutti i processi metabolici all'interno della cellula e che si accerta che tutto funzioni come deve».
Nell'approfondire le caratteristiche dei polifenoli la sua attenzione si è focalizzata in particolar modo sul maqui. Ci può spiegare per quale ragione? «Ci sono più di 4.000 polifenoli noti. Una sottoclasse è data dalle delfinidine. Dagli studi, sembra che queste abbiano la migliore capacità, tra tutti i polifenoli, di agire sul NF-kB e di attivare l'AMPK. La fonte più ricca di delfinidine è la bacca del maqui. Ecco perché la sto studiando a fondo».
Premesso che non abbiamo il maqui sulle nostre tavole, volendo assumere un estratto/prodotto che ne conservi al meglio le caratteristiche, su quali fattori dovremmo porre attenzione? «Il criterio più importante è dato dalla concentrazione di polifenoli. Faccio un esempio un po' forzato, che però rende l'idea. Il vino rosso contiene delfinidine; per ottenere gli stessi livelli di delfinidine che si trovano in una capsula di estratto purificato di maqui, si dovrebbe bere circa 500 bicchieri di vino rosso. È una forzatura, sia chiaro: se uno beve tutto quel vino, muore intossicato dall'alcol. Ma ci serve a capire l'importanza della concentrazione».
Quanto contano i geni nel determinare quello che siamo e quanto contano i nostri comportamenti? Il nostro destino è segnato alla nascita o può essere modificato? Ritiene che i polifenoli siano importanti in questo contesto?
«I geni con cui siamo nati non si possono cambiare. Si può però intervenire sulla loro espressione; questo è vero in particolar modo per i geni infiammatori che alla lunga favoriscono il processo di invecchiamento e l'insorgenza di malattie croniche. Il modo più semplice, e anche il più efficace, di agire sull'espressione dei geni è dato dalla dieta: sappiamo che adeguati livelli di acidi grassi omega-3 e di polifenoli sono i principali strumenti per riprendere il controllo del nostro futuro genetico».






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