sabato 9 febbraio 2013

IL GRANO SARAGOLLA “L'ANIMA DELLA TERRA”










IL GRANO SARAGOLLA
L'ANIMA DELLA TERRA”


La saragolla è un cereale “antenato” dei moderni grani duri.
Fu introdotta in Abruzzo dalle popolazioni proto bulgare di Altzec, che provenivano dall’Egitto nel 400 d.C.; la stessa denominazione Saragolla è bulgara, composta da SARGA = giallo e GOLYO = seme e significa letteralmente “giallo chicco”. Un grano molto speciale, duro e vitreo come l’ambra, che produceva farine color giallo intenso; cominciò a diffondersi nelle regioni centro-orientali d’Italia.
Dal medioevo fino al XVIII secolo numerosi documenti storici lodano le qualità dei grani chiamati “Saragolla”: fra le varietà conosciute, la Zingaresca, la Bulgara, la Bulgara di Capo Palinuro, la Saragolletta del Sannio, quella che destava maggior interesse era la Saragolla Turchesco per le sue doti di resistenza ai parassiti, refrattaria all’allettamento, alla stretta della ruggine.
Nel 1801 (l’abate) Bernardo Quartapelle nel suo trattato “I Principi Della Vegetazione Ovvero Come Coltivar La Terra Per Trarre Da Essa Il Maggior Possibile Frutto” riporta che nell’Agro Pretuziano (antica denominazione della Provincia di Teramo) “… I nostri agricoltori distinguono diverse specie di grani, chiamandone altri duri altri bianchi. Fra i primi occupa il principal luogo la Saragolla, i cui acini sono lunghetti sodi, e di color biondo … Le migliori saragolle del nostro Regno … ottime per fare paste, si seminano in Novembre e Dicembre. E’ un grano lungo, gialliccio, e di gran durata…”.
Tuttavia a partire dalla fine del ‘700 comincia per la Saragolla un periodo di oblio: le conquiste coloniali e l’incremento demografico favoriscono le importazioni di pregiati grani duri dal Nord Africa e dal Medio Oriente, relegando la coltivazione della Saragolla nelle piccole proprietà contadine dell’Abruzzo collinare dove sopravvive grazie alla “selezione massale” (i chicchi migliori erano conservati per la semina dell’anno successivo).
Nel XX secolo, l’avvento delle tecniche di ibridazione delle spighe introdotte dal Senatore Cappelli hanno accentuato l’emarginazione della coltura dei “cereali minori” (minori per quantità prodotte e non certo per la qualità!): la saragolla, il farro, la segale, la solina.
Attualmente la Saragolla, grazie al servizio tecnico dell’Azienda Agricola Gioie di Fattoria, è sottoposta al vaglio degli esperti di alimentazione di università italiane, dove si studiano le differenti qualità nutrizionali comparate con altri grani duri “moderni”.
La Saragolla si può trovare in chicchi, sotto forma di pasta, pane o farina, è un cereale tutto italiano ed ha un costo nettamente inferiore rispetto al Kamut benché ne possieda le stesse qualità e proprietà, e' gustoso ed economico!


Curiosita'
La sua struttura biologica più semplice la rende un sostituto squisito e digeribile per gli intolleranti ai prodotti del grano comune. “Il saragolla è ricco di proteine vegetali ma povero di glutine, è particolarmente digeribile, ottimo per tutti, ma soprattutto per i soggetti allergici alle graminacee”.
Spiega il Patologo Costante Orlandi: “Soggetti con gruppo sanguigno zero, sono persone che spesso soffrono di immunodeficienze derivanti da intolleranze o allergie alimentari legate al grano. Ho notato però durante la mia carriera medica che, inserendo nella loro dieta alimentare prodotti realizzati con la farina di grano saragolla ne traevano beneficio. Si tratta infatti di un vero e proprio integratore immunologico, ricco di proprietà nutrienti ed energetiche”.
I prodotti a base di Grano Duro di Saragolla sono stati oggetto di studio presso diverse centri universitari italiani, che hanno studiato e sancito le loro migliori qualità nutrizionali rispetto a quelli prodotti con grani duri “moderni” (cioè derivati da tecniche di ibridazione delle spighe).






Quindi.......
La Saragolla e' un grano italiano


Kamut è il nome dato dalla società americana Kamut International alla propria produzione di una varietà di frumento, dal nome scientifico Triticum turgidum ssp. turanicum. E' un marchio registrato, quindi, come può essere Ferrero o Barilla. Una marca.

Questa detta varietà di frumento è in fin dei conti un grano duro, con caratteristiche simili agli altri grani "dicocchi" esistenti, come ad esempio il farro (Triticum dicoccum) o il nostro classico grano duro la cui semola è regina incontrastata nella produzione della pasta e dei pani tradizionali del Sud, il Triticum durum o meglio detto Triticum turgidum.


Kamut è un marchio registrato. Non credete che questo non significhi salvaguardia della biodiversità ma il suo sfruttamento?

Che differenza c'è il Kamut altre varietà di frumento come Grano Duro e Farro, dal punto di vista nutrizionale?

Come mai il prezzo del Kamut è mediamente più alto rispetto a quelli degli altri frumenti?

Come mai il prezzo del Kamut subisce delle oscillazioni di prezzo più ampie rispetto agli altri frumenti e cereali?

Perchè il Kamut viene coltivato soltanto in nord-america e non è possibile trovare Kamut italiano?

Come sono trattati gli agricoltori del nord-america che coltivano Kamut?

Quali sono i prezzi all'origine per un cereale la cui farina viene venduta al pubblico a oggi a prezzi superiori di 5 € al kg?

Che differenza c'è tra il grano Kamut e il Triticum turgidum ssp. turanicum?

Se la risposta è "nessuna", posso coltivare il Triticum turgidum ssp. turanicum in Italia per avere una produzione a livello locale?

Qual è l'impegno della Kamut Enterprise nella savaguardia della biodiversità globale?

Ho sentito parlare di grano Saragolla, di grano Graziella Ra, anch'esso purtroppo marchio registrato. Questi sono uguali al Kamut?

Non pensate che la vera salvaguardia della biodiversità di un grano "antico e salutare" sia la condivisione delle conoscenze e una cultura partecipativa volta a migliorare la qualità e le tecniche produttive contenendone i costi?

Dal momento che la produzione è circoscritta, in caso di problemi climatici o altro che ne pregiudicano la coltivazione, che succede a livello di approvvigionamento di materia prima Kamut e di prezzi?

Per quale motivo un consumatore dovrebbe consumare in Italia un cereale prodotto a migliaia di km di distanza? Non pensate che questo sia poco sostenibile?

E' opinione comune che, pur non essendo idoneo al consumo da parte di persone celiache, sia consigliato spesso per chi ha problemi nel digerire il comune frumento tenero. Ci sono studi a riguardo?

Secondo voi, perchè un consumatore dovrebbe preferire il consumo di Kamut rispetto magari a un cereale locale, di varietà antica, coltivato in maniera biologica o biodinamica dal contadino vicino casa, di cui si conosce la faccia e il prezzo?

In quante mani passa il kamut (chicci o farina) dall'agricoltore al consumatore? Non pensate che la costruzione di questa filiera sia insostenibile dal punto di vista ecologico e economico?

E' possibile vedere (o trovare disponibili in rete) i prezzi a cui vengono pagati i raccolti di Kamut ai produttori, in modo da poterli confrontarli con quelli - bassi - italiani?

Perchè la Kamut Enterprise, sotto proprio stretto controllo, non decide di coltivare il Kamut quanto meno anche in Europa? I terreni europei sono così terribili?

Come mai buona parte del consumo globale di Kamut è in Italia? Come mai i consumatori degli altri paesi europei non apprezzano questo prodotto?

La monocultura "intensiva" di grano Kamut nelle pianure nel nord america non è essa stessa fonte di contraddizione nel rispetto della biodiversità?

Se un agricoltore semina Kamut in Italia e lo vende come normale frumento o "antica varietà", è passibile di denuncia o di ripercussioni penali?

Se un agricoltore vuole cominciare a coltivare Kamut e stipula un contratto con la Kamut Enterprise, deve acquistare i semi dalla Kamut? I semi saranno sterili, o è possibile auto-produrseli?

Non trovate in contraddizione il fatto che il cereale maggiormente consumato nel mercato biologico italiano (che dovrebbe identificare una fascia di consumatori quantomeno "consapevoli") sia un prodotto sì biologico ma a filiera lunghissima e prodotto sotto l'egida di un marchio registrato?

Si sentono spesso voci, specie negli ultimi anni (2008, 2009, 2012) di speculazioni sul mercato globale dei cereali. E' così anche per il Kamut?

Ci sono voci che per il 2012 ci saranno problemi di approvvigionamento di Kamut in tutto il globo. A cosa è dovuto questo? Questo porterà a un aumento sconsiderato dei prezzi come spesso accade in situazioni di monopolio quando manca il prodotto?

Spesso nel mercato dei cereali si assiste a delle speculazioni tenendo ferme e bloccate le scorte nei magazzini per far alzare la domanda e così i prezzi. E' così anche per il Kamut? 


 
Per approfondimenti:  

http://pastamadre.blogspot.it/p/prenota-la-cotta.html






http://pastamadre.blogspot.it
fonte foto:
pastamadre.blogspot.com
http://www.laspesainfattoria.it
 

Per approfondimenti:

-Kamut o grano Saragolla?Perché non acquistare quello italiano?


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