giovedì 1 maggio 2014

I QUATTRO ACCORDI: LA STRADA VERSO LA LIBERTA’ IN SINTESI


Ci sono dei libri che mi rimangono nel cuore, perche’ sono come “maestri” che con semplicita’ mi hanno mostrato come rompere vecchi schemi e indicato la strada verso la liberta’.
Uno di questi è “I quattro accordi” di Don Miguel Ruiz. Non aggiungo altro se non il consiglio di leggerlo, in questa pagina troverete in sintesi il significato dei I Quattro Accordi.
Buona Vita!
Katia

Ogni volta che qualcuno parla di te, parla di se stesso
Ignora le opinioni degli altri.
Qualunque cosa gli altri sentano,
pensino o dicano, non prenderla in modo personale.
Gli altri hanno le loro opinioni, in accordo al loro sistema di credenze,
quindi qualunque cosa pensino di te non riguarda te, riguarda loro.
 (Don Miguel Ruiz I quattro accordi)

La Padronanza dell’ Amore
Se diventate consapevoli che nessun altro può rendervi felici,
perchè la felicità è il risultato dell’amore che viene da dentro di voi,
sarete maestri della più grande arte dei Toltechi: la padronanza dell’amore.
L’amore non è un concetto, è azione.
L’amore in azione può produrre soltanto felicità.
L’unico modo di padroneggiare l’amore è quello di praticarlo.
La pratica crea il Maestro.

(Don Miguel Ruiz La Padronanza dell’amore)

I QUATTRO ACCORDI

1. Sii impeccabile con la parola:  La parola è il potere con cui creiamo, la parola è una forza, è il potere di esprimere e comunicare, di pensare e quindi di creare gli eventi della nostra vita. Come una spada a doppio taglio può creare un sogno magnifico, oppure distruggere tutto.
La parola impeccabile crea bellezza, armonia, comunione. A seconda di come la usiamo la parola ci renderà liberi o schiavi. Se ci abbandoniamo all’ira e con le nostre parole inviamo veleno emozionale verso altre persone, stiamo usando la nostra parola contro di noi. Se invece le nostre parole esprimono rispetto ed amore creeremo attorno a noi armonia e serenità.
Principalmente ci serviamo della parola per diffondere i nostri veleni personali: ira, gelosia, invidia ed odio. La parola è magia pura è il dono più potente che abbiamo. L’impeccabilità della parola può guidarci verso la libertà personale, verso il successo e l’abbondanza , può toglierci la paura e trasformarla in gioia ed amore.

2. Non prendere nulla in modo personale: qualunque cosa accada intorno a noi non prendiamola personalmente.  Ciò che fa soffrire l’essere umano si chiama importanza personale – cioè la tendenza a prendere tutto sul piano personale, come se tutto il mondo ruotasse attorno a noi. Nulla di ciò che fanno gli altri è a causa nostra, ognuno vive nel proprio sogno, nella propria mente e in un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo noi. Quando prendiamo qualcosa in modo personale, crediamo che gli altri sappiano  cosa c’è nel nostro mondo e cerchiamo di imporre il nostro punto di vista sul loro. Anche quando una situazione sembra estremamente personale, anche quando gli altri ci insultano direttamente, non a nulla a che fare con noi. Quello che dicono e fanno, le opinioni che manifestano, tutto segue gli accordi che hanno preso con se stessi. Il loro punto di vista deriva dalla programmazione che hanno ricevuto dall’ambiente. Se qualcuno ci dice qualcosa di spiacevole, la verità è che quella persona sta affrontando le proprie emozioni, opinioni e convinzioni.  Cerca di inviarci del veleno, e se prendiamo in modo personale ciò che ci dice, il veleno passa dentro di noi. Facciamo attenzione a non mangiare “tutta la loro spazzatura emotiva”, basta non prendere nulla in modo personale per essere immuni al veleno. Quando prendiamo le cose personalmente ci sentiamo offesi e la reazione è quella di difendere le nostre convinzioni, creando conflitti.  Rendiamo grande qualcosa che di per sé è piccolo, perché abbiamo bisogno di avere ragione e di dimostrare che gli altri si sbagliano. Anche noi trasmettiamo  le nostre  opinioni e anche per noi vale il fatto che qualunque cosa facciamo, qualunque emozione proviamo, si tratta di una proiezione del nostro sogno personale di un riflesso del nostro sistema di credenza. Quello che diciamo e quello che facciamo, le opinioni che abbiamo, tutto è il riflesso del nostro sistema di credenza, perciò non ha nulla a che vedere con gli altri. Il lavoro da fare è arrivare al punto in cui il giudizio degli altri - sia in positivo che in negativo - non ci tocca, perché abbiamo la percezione interna del nostro valore e quindi non restiamo agganciati da ciò che gli altri pensano di noi. Qualunque cosa gli altri pensano o dicano di noi non ci riguarda,  stanno parlando a voce alta di se stessi. L’essere umano crea dentro di sé un film, di cui è protagonista, regista, produttore e tutti gli altri sono personaggi secondari . Il nostro punto di vista è personale è la nostra realtà. Chi si arrabbia è perché ha paura e l’altro è solo un pretesto per portare fuori un disagio, un tema non risolto.
Se siamo in armonia con chi ci circonda, significa che l’altro non ci suscita nessuna reazione negativa e quindi questo vuole semplicemente dire che non stiamo contattando una nostra paura o un nostro limite e quindi non lo riversiamo sull’altro. Anche le opinioni che abbiamo su di noi non sempre sono esatte, infatti molto spesso tutte le varie sub-personalità parlano contemporaneamente – immaginiamo un mercato dove tante persone parlano tutte insieme – e quindi risulta complesso essere obbiettivi e centrati.
Quando nulla viene preso in modo personale si evitano sentimenti di rabbia, gelosia, rancore, invidia.

3. Non supporre nulla: Tendiamo a supporre ciò che gli altri pensano o fanno, lo prendiamo sul personale, li incolpiamo e reagiamo inviando loro veleni emozionali tramite le parole. Per questo ogni volta che supponiamo qualcosa stiamo sbagliando. Facciamo una supposizione, capiamo male, prendiamo la cosa in modo personale e finiamo per creare un dramma completamente inutile. Tutta la tristezza, tutti i drammi della nostra vita sono fondati sulle supposizione sull’abitudine di prendere le cose in modo personale. E generalmente cominciamo a spettegolare ed inviare veleno emozionale sugli altri sulla base delle nostre supposizioni. E’ sempre meglio chiedere che supporre, la supposizione porta equivoci ed incomprensioni. Supporre che gli altri sappiano ciò che pensiamo e che perciò non sia necessario dirlo, è un errore che accade spesso nei rapporti.
4. Fai sempre del tuo meglio: valutando però momento per momento, ascoltandoci, al fine di non strafare. L’importante è non giudicarsi, così da non cadere nei sensi di colpa, se facciamo del nostro meglio impariamo ad accettarci. Occorre arrivare al punto di agire per il piacere di agire. Fare le cose dandogli valore e sentendole importanti per noi, anche le piccole cose quotidiane, al fine di far assumere loro un valore diverso. Ogni azione dovrebbe diventare un rituale in cui amiamo il divino, ogni pensiero diventa una comunione con Dio e viviamo un sogno privo di giudizi e vittimismo, senza più bisogno di spettegolare e di trattare male gli altri e se stessi.
Se siamo impeccabili con la parola, se non prendiamo le cose a livello personale, se non supponiamo nulla e facciamo sempre del nostro meglio, saremo in grado di controllare la nostra vita.

Sito internet di Don Miguel Ruiz
www.miguelruiz.com/


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