domenica 3 maggio 2015

Wesak, conoscerlo per comprenderlo

“Nessuno giunge al Wesak per caso, ma perché è scattata in loro una scintilla «speciale». Anche se alcuni non capiranno tutto subito, un seme di luce sarà stato deposto nel loro animo e prima o poi darà i suoi frutti, anche se dovrà trascorrere molto tempo prima che ciò avvenga”.

“Nessuno torna «indenne» dal Wesak, perché nessuno ci è arrivato a caso. Tutti i presenti sono stati instradati a questo incontro attraverso una incredibile geometria di coincidenze, e chi non era pronto al cambiamento non ha trovato la strada, o non ha trovato il posteggio o ha sbagliato giorno...”


Capire il Wesak
E' un evento di meditazione e preghiera. E' una invocazione alle forze di Luce, affinché dalla mente e dal cuore di Dio, Luce e amore scendano nella mente e nel cuore degli uomini. Eccoci pronti anche quest'anno al grande appuntamento con una delle più grandi ricorrenze spirituali, uno di quei giorni sacri in cui è importante ritrovarci, il più numerosi possibile.  
Il Wesak è un'invocazione di pace ed unificazione per il benessere di tutta l’umanità, senza barriere di religione o di razza, poiché la pace è un bene comune, non ha nessun colore politico; la pace è come la luce, l’aria, l’acqua; la pace è speranza di vita, mentre la guerra è certezza di distruzione e di morte… 
Dobbiamo essere presenti per invocare e diffondere quelle energie di pace, amore e buona volontà di cui abbiamo urgente bisogno.
Partecipare al Wesak significa collegarsi attraverso la meditazione per ricevere e ridistribuire la Grande Benedizione impartita all’Umanità dai  Maestri. Significa attraversare in meditazione la porta dimensionale; in quei pochi, straordinari minuti, un immenso fiume di energia viene irradiato sui presenti. Sono Grandi Energie di Luce, Amore, Fratellanza, Solidarietà ed Unificazione che attraverso la meditazione si concretizzano ed espandono.
Non è un’occasione commerciale, e non appartiene a nessuna religione o credo politico. È un dono offerto ogni anno in spirito di fraternità, con cuore puro e movente disinteressato da persone che si autofinanziano per permetterne la riuscita.

CONOSCERE IL WESAK

I giorni sacri

Ci sono giorni particolari sulla Terra, giorni sacri in cui la divinità,
sotto multiformi aspetti si piega ad incontrare i  Suoi figli
minori, le sue creature meno felici, intrappolate in corpi di carne,
portando il conforto della Sua presenza. Quasi sempre
si tratta di «feste mobili», collegare ai pleniluni e stranamente  vicine
fra loro.

Festa mobile è la Pasqua ebraica, il «Pesach», a ricordo della
liberazione dalla schiavitù in Egitto.

Festa mobile è il «Ramadan» islamico che festeggia la notte sacra in cui il Corano fu fatto  discendere sulla Terra.

Festa mobile è anche la Pasqua Cristiana di Resurrezione, collegata al plenilunio nella costellazione dell'Ariete.

Festa mobile è il Wesak scopo di queste pagine. È un momento fondamentale per il mondo buddista ma come vedremo, lo è per tutti i viventi.

A primavera inoltrata, nella notte del plenilunio nella costellazione del Toro, il pianeta vive un grande evento che si verifica sui piani spirituali.

In questa «festa mobile» l'umanità ha la possibilità di ricevere la
benedizione del Buddha che ritorna, quella del Cristo e dei Maestri di Saggezza che vegliano per guidarne l'evoluzione spirituale.

Anche se si parlerà molto spesso del Buddha questo grande evento appartiene a tutti gli uomini della Terra, a qualunque razza ed a qualunque religione
essi appartengano, poiché è l'umanità tutta che viene benedetta, nella sua totalità.

Tutti coloro che vi prendono parte, anche solo collegandosi col pensiero, con il desiderio di esserci, ricevono la
propria parte di Luce; ma per potervi partecipare è necessario esserne informati. Questo è il motivo per cui queste pagine vengono scritte ed il perché da qualche anno in occidente si parla sempre più spesso del Wesak.


La valle del Wesak

Vediamo di chiarirne il significato per dar modo al maggior numero di persone possibile di avvicinarsi alla sua suggestione.
Dobbiamo spostarci nell'Himalaya, in una zona impervia fra la catena del Karakorum e quella del Kun Lun, alle pendici del monte Kailash, uno dei luoghi più sacri del pianeta.

Fortunatamente, proprio le asperità del percorso hanno tagliato fuori quest'area dai sentieri battuti dal trekking, questo le ha permesso di conservarsi intatta in tutta la sua sacralità.

In una delle sue valli, la cui ubicazione permane segreta agli occidentali, si celebra annualmente il rituale e molte migliaia di persone si mettono in cammino da tutto il continente indiano con mezzi di fortuna per parteciparvi.

È una valle chiusa a nord-est, da una grande roccia bianca, venata da un minerale luccicante.
Un grande masso squadrato, dell'identico minerale, lungo circa 4 metri e largo 2, utilizzato da sempre come altare, ne delimita l'imboccatura.

Questa è la valle in cui si svolge il Wesak, un luogo sacro a cui non si giunge mai per caso, ma soltanto quando si è pronti interiormente. Una valle sacra in uno dei luoghi più magnetici del pianeta.

Il significato del Wesak

Ma cos'è il Wesak e perché è così importante?
È una festività orientale molto antica; appartiene alla tradizione buddista, ma il suo significato è molto vasto, non limitato ad una sola religione, poiché la sua grande Benedizione è destinata a tutta l'umanità.

Il suo significato occulto è in qualche modo simile a quello della Pasqua cristiana, del Pesach ebraico, del Ramadan, della festa della Luce Mazdea.
Tutte queste religioni celebrano comunque il ritorno o l'avvento di una Grande Luce che aiuterà la crescita, l'evoluzione, la Liberazione degli esseri umani.

La Tradizione indiana narra che cinquecento anni prima di Cristo, il
principe Gautama Siddharta raggiunse il massimo dell'illuminazione divenendo così un «Buddha», cioè un risvegliato.

Aveva trascorso la sua lunga vita nell'ascesi e nell'insegnamento degli ideali di pace, amore, compassione. Grazie al suo altissimo livello di evoluzione spirituale raggiunse la perfezione, liberandosi dalla necessità di tornare a incarnarsi ancora sulla Terra. Aveva percorso uno ad uno tutti
i gradini della Conoscenza, per Lui non c'è più un traguardo da conquistare, tutte le
mete sono state raggiunte, è divenuto la Perfezione incarnata, ora è un Maestro Perfetto, il suo compito sulla Terra è finito...

Il monaco e principe Gautama Siddharta, da qui in poi detto «il Buddha», muore nell'anno 483 avanti Cristo, nel mese di Wesak (maggio), nella notte del plenilunio.

Immediatamente raggiunge la soglia del Nirvana, il Luogo della grande Liberazione, corrispondente più o meno al nostro Paradiso.
Una volta varcata quella soglia, sarà libero dal doloroso ciclo della
rinascita e della morte, si troverà immerso nella luce e nella beatitudine eterna.
Gli sarebbe bastato fare un piccolo passo e di tutte le sue vite terrene non sarebbe rimasto neppure il più remoto ricordo.

La Grande Rinuncia

Una gioia eterna, perfetta ed incorruttibile si apriva dinanzi a Lui ma, mentre sta per varcare quella fatidica soglia, il Buddha si arresta, si
volge all'indietro e guarda il genere umano sul pianeta che ha appena abbandonato...

Vede tutti gli esseri schiacciati dalla sofferenza, dalla fatica, dalle
malattie, esposti alla violenza della natura e dei loro stessi simili, e il suo cuore compassionevole prova pietà Da ogni angolo della terra sale fino a lui il grido di dolore di tutte le creature, dai più piccolo batteri ai
minerali nella fornace, all'erba calpestata e falciata. Gli giunge il grido degli animali frustati e macellati, degli uomini in lacrime...

Proprio Lui, il Maestro di Compassione non può andarsene e lasciarli così, il suo nobile cuore esita...
Su quella soglia di beatitudine il Buddha si ferma, non ha il coraggio di proseguire e così, dinanzi a tutti i grandi Esseri della Gerarchia pronti ad accoglierlo, formula il solenne giuramento: non entrerà nel Nirvana fino a quando non vi sarà entrato prima di lui l'ultimo degli esseri umani.

Fino a quel momento il Buddha rimarrà in amorevole attesa. Ogni anno, nel momento esatto in cui si forma il plenilunio nella Costellazione del Toro,
tornerà sulla Terra a portare la Sua benedizione, la sua mano tesa per aiutare ed incoraggiare l'evoluzione spirituale dell'umanità.

Questo è il senso della festa del Wesak, un rituale che da
duemilacinquecento anni viene celebrata nel mondo buddista.

  

I Pellegrini dell'Himalaya


All'approssimarsi della data prevista, migliaia di pellegrini s'incamminano verso questa valle.
Per alcuni il viaggio durerà molte settimane, giungono da Ceylon, dal Tibet, dal Nepal, da luoghi sperduti, attratti dal sacro richiamo. Chi sono?

Sono guide spirituali, sono discepoli e Maestri di ogni ordine e grado appartenenti alle più svariate correnti religiose, filosofiche o esoteriche.
Sono Lama, guru, sadhu, uomini santi che, con la loro parola contribuiscono alla crescita spirituale di milioni di uomini.

Raggiunto il luogo, si collocano nella posizione che è consona al loro grado; ciascuno conosce esattamente qual è il suo posto, senza prevaricazione né discussioni.
Pur appartenendo a gruppi etnici radicalmente diversi, a religioni
differenti, tutti i partecipanti sono ben consci dell'importanza della
funzione unificatrice della cerimonia, poiché la radice della conoscenza è unica, come unica è la divinità. Qui non esistono barriere né pregiudizi di
nessun tipo, tutti lavorano dedicando la vita ad un obiettivo comune: l'evoluzione spirituale del Genere Umano.
Quando il momento del Plenilunio si avvicina, sull'altare di pietra viene posta una grande coppa di cristallo piena d'acqua.
I pellegrini cantano e pregano nell'attesa del grande Evento che sta per verificarsi.

 

L'arrivo dei Maestri
Quando tutto è pronto, arrivano i Grandi Iniziati della Gerarchia.
Presenziano alla cerimonia nel loro Corpo di Luce, sono anche Loro Maestri Perfetti come il Buddha, sono i Grandi Esseri che nel volgere dei secoli hanno accompagnato la crescita degli esseri umani ed ora, concluso il ciclo di incarnazioni sulla Terra guidano l'Umanità dai piani Superiori dell'esistenza.

Prendono posto attorno all'altare di pietra, nello spazio che è stato loro riservato e intonano canti rituali, accompagnati dalla moltitudine dei presenti.
Mentre il momento si avvicina, la moltitudine intona il canto della «OM», il suono primigenio attraverso cui avvenne la Creazione, l'ineffabile nome di Dio.

Accanto all'altare, al centro del gruppo dei Maestri, si materializza nel suo Corpo di Luce il Cristo, è venuto ad accogliere il Suo Grande Fratello.
Riceverà la benedizione del Buddha e, potenziandola, la riverserà sulla Terra.

 

L'apparizione del Buddha

Al momento convenuto, sui presenti scende una grande quiete, tutti guardano verso il nord-est.

Nel cielo si manifesta un punto luminoso che lentamente si avvicina
acquistando nitidezza di contorni. Gradualmente, al suo interno si rende visibile il Buddha, risplendente di luce, seduto nella posizione del loto, avvolto nella veste color zafferano.
Con la mano destra alzata in segno di benedizione, si ferma librato sulla roccia sacra.
I Maestri intonano un potente mantra, usato per quest'occasione una sola volta all'anno.
Tutti i presenti sono in ginocchio, l'intensità del momento genera
un'energia palpabile. Questa vibrazione instaura una grande corrente di pensiero a cui fa risposta una altrettanto poderosa energia di benedizione.
Dalla moltitudine si levano potenti preghiere che culminano con la Grande Invocazione.

Il Buddha sorridente ascolta; la sua presenza benedicente è portatrice di una poderosa energia.

Durante la sua apparizione, lungo le valle corre come un fremito che fa sbocciare gli iris viola, fiori di pace e di guarigione, simboli del Wesak.

Il Buddha, rimane manifesto nel suo corpo di luce per otto minuti, poi lentamente com'è venuto, scompare.
I partecipanti rimangono ancora in profondo raccoglimento e meditazione, poi lentamente si avvicinano alla roccia altare.

Qui riceveranno dalle mani dei Maestri un sorso d'acqua attinto dalla coppa di cristallo.

L'acqua, che a quelle quote è così limpida e pura, rappresenta la continuità dell'unione fra Maestri, discepoli ed esseri umani. Fortemente magnetizzata dall'avvenimento, infonderà nuova energia e determinazione a ciascuno.


I pellegrini astrali

Ma in quella valle segreta, ad assistere alla cerimonia, ci sono molti, molti più spettatori di quanto le apparenze lascino immaginare...

Una massa ancora più grande di individui giunge per altre vie a questa valle. Non vi arriveranno per i sentieri pietrosi battuti dal vento, non cammineranno faticosamente in salita, perché viaggeranno privi del corpo fisico. Indubbiamente, non è una cosa da tutti...

Si tratta di Iniziati a vari livelli che stanno portando avanti compiti
speciali nel mondo degli uomini. Sono Maestri e Discepoli incarnati
fisicamente in molti luoghi sulla Terra. Il silenzio e la riservatezza sono requisiti indispensabili affinché il loro lavoro proceda senza intralci.
Troppo lontani per raggiungere l'Himalaya fisicamente o troppo coinvolti in un lavoro di massa al servizio della Gerarchia, vi presenziano con il corpo di luce, arrivando astralmente al momento giusto per seguire la cerimonia.
Soltanto i veri Iniziati sono in grado di attuare CONSAPEVOLMENTE questo tipo di «viaggio».

Soltanto dopo la seconda Iniziazione conferita dalla Gerarchia avranno raggiunto un livello di conoscenza tale che permetta loro di abbandonare il corpo fisico di propria iniziativa, ogni qualvolta si renda necessario.

I pellegrini del Sogno

A questi «pellegrini di luce» vanno aggiunti altri milioni di esseri, sparsi su tutto il pianeta che parteciperanno INCONSAPEVOLMENTE al Wesak; costoro sono esseri simili a noi, uomini comuni che, a loro totale insaputa lavorano ispirati dalla Gerarchia in sintonia con il Grande Piano.

Verranno dolcemente prelevati durante il sonno o la meditazione e portati qui nei loro corpi sottili. Mentre il loro corpo fisico è addormentato, la loro parte spirituale vive una bellissima esperienza.

Quasi nessuno al proprio risveglio sarà in grado di ricordare ciò che ha visto. A volte, ma molto raramente, qualcuno ricorderà qualche sogno confuso, come di un viaggio, ma tutti loro utilizzeranno al meglio l'energia e la benedizione ricevuta, per svolgere correttamente il loro compito nella vita quotidiana.

Chi è giunto qui in sogno o in astrale, può in qualche misura considerarsi «privilegiato» perché, pur inconsapevole, è già un collaboratore dei Maestri.


 L'affiorare dei ricordi

Forse, fra coloro che leggeranno queste righe, ce ne sono molti che hanno partecipato più volte a questo evento, ma non riescono a ricordarlo. Per loro forse, queste righe non giungono a caso, ma per aiutarli a riportare alla mente una scintilla di luce, per far riaffiorare una traccia, un ricordo vago su «qualcosa» che soltanto l'anima conosce.

Anche in questo caso non siamo noi a scegliere o a metterci in lista. Sono soltanto i Maestri che decidono chi condurvi, la loro scelta si basa su criteri che soltanto Loro conoscono.

Chi è portato in astrale in questa valle, ci è giunto perché era pronto a quel passo, perché i Maestri hanno ritenuto che il suo karma ed il suo compito lo richiedevano...

La memoria non è importante, la memoria fisica è soltanto un fatto fisico, il vero ricordo, quello indelebile, si fissa nell'anima ed affiorerà soltanto al momento opportuno.

Forse, leggendo queste righe alcune persone potranno provare una strana emozione, come una lieve vertigine...
Forse qualcuno sentirà destarsi una nota di comprensione, o una sorta di nostalgia. I più razionali (ma comunque predisposti all'incontro) si sentiranno attratti da una viva, inspiegabile curiosità, qualcosa che la mente, sarà pronta a camuffare con l'interesse accademico.

Anche molti cosiddetti «atei» partecipano astralmente all'incontro
dell'Himalaya, ma proprio perché non credono non riescono a capire
l'avvenimento. Se mai riportassero un ricordo, lo scambierebbero per uno strano sogno.

Se sono stati portati in quella valle è perché nell'arco della loro vita
giungerà il momento in cui il motivo della loro partecipazione tornerà utile all'umanità.

Quando i Maestri si muovono o influenzano un individuo, lo fanno
nell'interesse del gruppo e non del singolo. Un grande Piano si sta
svolgendo e sono necessari collaboratori che operano in tutti i campi dello scibile, dalla politica all'arte alla religione...

 Un'occasione di crescita

Nessuno può giungere qui se la sua evoluzione spirituale non lo permette;
non si giunge alla valle del Wesak senza il consenso dei Maestri. Anche coloro che conoscono i rudimenti di qualche tecnica di Viaggio Astrale, non saranno in grado di arrivarci con la propria volontà

Nessuno può imboccare quella strada né sul piano fisico né su quello astrale se il suo cuore non è puro. In questa valle giungono soltanto coloro che stanno lavorando per servire amorevolmente il loro prossimo, senza aspettarsi alcuna ricompensa o riconoscimento.

Questa grande benedizione che viene impartita in uno dei luoghi più sacri del pianeta, è in effetti una grande occasione per tutta l'umanità, è la possibilità di ricevere un'iniziazione collettiva per fare un grande balzo sulla via dell'evoluzione spirituale.
Una grande energia luminosa viene liberata e resa disponibile, sono
necessari uomini e donne che si offrano come canali liberi per raccoglierla e diffonderla sul Pianeta.

Al termine della celebrazione, i partecipanti torneranno alle loro città, alle loro case con forza rinnovata, con un grande impulso-aiuto per riprendere il compito che si sono scelti o che è stato loro affidato.

 Incontrarsi a metà strada

Il Wesak è il momento supremo in cui si realizza il più intenso sforzo spirituale di tutto l'anno da parte della Gerarchia per accostarsi all'umanità, e contemporaneamente, è il momento in cui l'umanità raggiunge la sua massima possibilità di innalzarsi verso la Gerarchia dei Maestri.

Durante il Wesak è tutto un enorme tendersi di mani per raggiungersi e collaborare. La Gerarchia non può scendere più di tanto verso l'oscuro regno della Materia, e né l'umanità (intesa come massa) può elevarsi in gruppo più di tanto verso l'alto.
Questo momento segna profondamente la vibrazione dei presenti, è come se un sigillo di luce venisse impresso nella loro aura, un sigillo che li renderà ben visibili e riconoscibili da parte dei Maestri. Coloro che sono pronti a fare il passo successivo verranno innalzati e sorretti.

 Prepararsi a cambiare

Nessuno torna «indenne» dal Wesak, perché nessuno ci è arrivato a caso.
Tutti i presenti sono stati instradati a questo incontro attraverso una incredibile geometria di coincidenze, e chi non era pronto al cambiamento non ha trovato la strada, o non ha trovato il posteggio o ha sbagliato giorno...

Non a caso abbiamo parlato di «cambiamento» Anche le persone apparentemente meno coinvolte alla cerimonia, per il solo fatto di essere presenti nel luogo giusto nel momento giusto vedranno cambiare la loro vita.

Il cambiamento potrà essere così lento da apparire impercettibile, eppure, nella profondità del loro cuore cominceranno a sentirsi sempre meno attratti dalle cose piccole e meschine, cominceranno a guardarsi attorno alla ricerca di ideali più importanti, di valori più stabili con cui rapportarsi.

Coloro che prendono parte alla cerimonia, sia i fortunati che raggiungono la valle dell'Himalaya che coloro che vi si collegano col pensiero e la meditazione da tutto il resto del mondo, tutti indistintamente vengono elevati spiritualmente al disopra della massa.

Attraverso ciascuno di loro, l'energia del Wesak fluisce fra il cielo e la terra; ogni uomo ed ogni donna presente diventa un canale e ridistribuisce a sua volta la potente energia di Luce che altrimenti rimarrebbe inutilizzata.

 

L'ENERGIA DI LUCE
Una volta immessa sul pianeta, quest'energia viene resa immediatamente disponibile, smistata e convogliata verso quei luoghi e quelle situazioni in cui si rende necessaria.

Quest'energia può influire mento di una crisi economica può affrettare un cambiamento di tendenza, illuminare un dittatore, risvegliare cuori addormentati, intervenire per placare le forze della Natura scatenate, poiché anche la Natura è sensibile ai fermenti dei cuori umani...

Nessun umano potrà intervenire per manipolare o utilizzare queste grandi energie. È un compito che presuppone
un livello di conoscenza che va ben oltre ai limiti di questo Pianeta...

Il lavoro di smistamento è riservato ai Grandi Esseri, i Maestri di Saggezza che custodiscono i Piani evolutivi del genere umano, che ne conoscono lo svolgimento futuro e ne pilotano l'evoluzione sia materiale che spirituale.

Quest'energia di Luce, saggiamente ridistribuita e amministrata, servirà a «sbarrare la porta dietro cui il male risiede» .
Ritroveremo più avanti queste parole, nella «Grande Invocazione» una delle più potenti preghiere che i Maestri hanno dato all'umanità per facilitarne il cammino.

In ogni caso, perché i Maestri possano utilizzare quest'energia, è
necessario che gli esseri umani si rendano disponibili, che diventino di loro iniziativa dei canali aperti.

Ciascuno dovrebbe sentirsi responsabilizzato e portare il proprio contributo con la propria volontà.

 Collaborare all'evoluzione

Devono essere gli uomini a collaborare, non esiste altra alternativa! I Maestri non possono forzare il nostro libero arbitrio e sanare di loro iniziativa i nostri problemi. I Maestri possono indicarci qual è la strada migliore da percorrere, ma non possono costringerci a percorrerla, la scelta è soltanto nostra. Per poterci aiutare hanno bisogno di essere aiutati.

Questo è il motivo occulto per cui il Wesak, anche se a piccoli passi, è stato reso di pubblico domino e dovrà continuare ad espandersi sempre di più, con la sua funzione di benedicente unificazione.

Per questo motivo è importante una partecipazione di massa. Gli effetti spirituali di questo avvenimento rimarranno attivi per i mesi successivi, giungendo a modificare il modo di sentire e pensare dei partecipanti, aiutandoli nella crescita spirituale.

 La Buona Volontà

Stranamente, anche le persone spinte al Wesak da semplice curiosità o con forte senso critico ricevono la loro parte di serenità e benessere. Qualcosa di indefinibile che si sprigiona nel contesto della cerimonia li impressiona comunque positivamente; se il loro impegno non è duraturo, la spinta positiva si esaurirà in breve tempo, lasciandoli esattamente com'erano. La
loro presenza è comunque stata il frutto di una lunga serie di coincidenze, un motivo occulto ci sarà certamente...

Anche una piccola dose di buona volontà, di amorevole senso di
collaborazione verrà esaltata e potenziata, tutti sono chiamati a lavorare per il Grande Piano. I Maestri osservano tutti gli esseri umani, alla ricerca di collaboratori che permettano loro di migliorare la vita sul pianeta.

L'umanità deve superare gli ostacoli dovuti all'indifferenza, all'egoismo, alla crudeltà; è assolutamente necessario che vengano instaurati «giusti e retti rapporti fra i popoli» per usare le stesse parole del Maestro Tibetano, ma la scelta dipende esclusivamente da noi. I Maestri non possono compiere il lavoro che è di pertinenza umana. Essi si limitano ad indicarci qual è la strada migliore per crescere, ma non possono costringerci con la forza a percorrerla...

I Maestri hanno raggiunto la Perfezione, ora tocca a ciascuno di noi
crescere, evolversi ed aiutare la crescita e l'evoluzione dei nostri
fratelli che ancora dormono il sonno dell'ignavia.

Il Wesak è un grande momento di crescita. È il momento in cui tutta la Grande Gerarchia, quella che il cristianesimo definisce la «comunione dei Santi» si rende disponibile, porta la sua benedizione, la sua spinta, il suo incoraggiamento ai fragili fratelli incarnati in corpi umani.

L'Età dell'Acquario

Il Wesak è una grande possibilità offerta agli uomini, ma è necessario parteciparvi con grande consapevolezza, perché i tempi sono cambiati.

Fino a pochi anni fa veniva celebrato in occidente all'interno di piccoli gruppi di ricerca spirituale, soprattutto di estrazione teosofica. La cerimonia, era appannaggio esclusivo di quei pochi che avevano la conoscenza sufficiente per presenziarvi, il grande pubblico ne era dunque tagliato fuori.

Ai nostri giorni molte cose sono cambiate, L'Età dell'Acquario iniziata nel 1975 ha portato una ventata nuova nel mondo della divulgazione esoterica.
Gran parte dell'umanità è ormai pronta ad apprendere cose che finora non potevano essere rese note; con l'avvento della Nuova Era nessuno può sfuggire ai grandi cambiamenti che sono ormai in atto.

La nota dominante del Wesak è cambiata, anche se la valle dell'Himalaya continuerà a rimanere segreta, è giunto il momento che la cerimonia diventi
di pubblico dominio, che masse sempre più grandi ne comprendano l'importanza e vi partecipino attivamente, nell'interesse stesso del Pianeta.

Da qualunque parte del mondo ci si può collegare mentalmente attraverso la meditazione. Chi decide prendere parte alle cerimonie che si svolgono in Occidente, lo fa perché ha ricevuto nella profondità della sua anima un segnale particolare, gli si sta presentando una grossa occasione di crescita, è libero di coglierla al volo, di utilizzarla o lasciarla decadere.


 Il nostro compito è qui

Non è necessario abbandonare i luoghi in cui ciascuno di noi abita, vive e lavora, non viene richiesto a nessuno di scalare montagne lontane e inaccessibili, poiché il nostro compito è «Qui e Ora» esattamente nel luogo in cui ci troviamo.

Si può prendere parte alla cerimonia attraverso la meditazione che viene organizzata nella data giusta, il più possibile vicina al momento del plenilunio nella costellazione del Toro, a ricordo della Grande Promessa del Buddha. La data può variare di anno in anno, ma comunque non cadrà mai prima
del 21 aprile e né dopo il 22 maggio. La ricorrenza appartiene come la Pasqua, alle cosiddette «feste mobili», legate alle lunazioni.

Sarà necessario divulgare le informazioni relative a questa data, in modo che giungano all'orecchio del maggior numero possibile di persone e che queste possano fare per tempo la loro scelta.

Molto spesso, coloro che ricercano notizie, informazioni o spiegazioni sul Wesak, hanno già preso parte in astrale alla cerimonia dell'Himalaya anche se non lo ricordano consciamente, e la partecipazione fisica alla cerimonia che si svolge pubblicamente nei loro Paesi è la continuazione, la consacrazione di un impegno

Non preoccupatevi eccessivamente di coloro che vi sembrano soltanto curiosi o perditempo, i Maestri hanno bisogno di molti collaboratori fra gli uomini, ed i compiti sono così tanti...

Nessuno giunge al Wesak per caso, ma perché è scattata in loro una scintilla «speciale». Anche se alcuni non capiranno tutto subito, un seme di luce sarà stato deposto nel loro animo e prima o poi darà i suoi frutti, anche se dovrà trascorrere molto tempo prima che ciò avvenga.


  


Semplicità, umiltà, purezza di cuore

Il Wesak porta un grande messaggio di pace ed unità, un messaggio semplice e sincero, non è una nuova religione poiché appartiene a tutta l'umanità di ogni fede razza e cultura.

Rappresenta il primo passo verso l'unificazione di tutte le Religioni, ma è necessario che sia reso comprensibile a tutti.
È importante che si riesca a radunare un certo numero di persone, in qualche luogo accogliente in vari Paesi, e che queste vengano condotte con semplicità e dolcezza, a seguire le varie fasi della meditazione che viene proposta.

Inizialmente, il gruppo dovrà essere guidato da persone particolarmente preparate e ben consapevoli, in seguito, i vari gruppi acquisiranno una conoscenza sempre maggiore sull'importanza della funzione e saranno in grado di gestire da soli la cerimonia.
Vi sono alcuni requisiti indispensabili da parte di coloro che un giorno dovranno gestirlo: è richiesta una grande semplicità d'animo e di parola, grande amorevolezza e assolutamente, neppure la minima ombra di orgoglio, competizione o fanatismo.
Si deve avere ben chiaro in mente che siamo gli umili strumenti dei Maestri, che siamo servitori dell'umanità, che stiamo svolgendo un servizio.

Nel corso della celebrazione tutti i partecipanti diventano strumenti di una Forza molto grande che li attraversa e si ramifica sulla Terra. Perché quest'energia arrivi e di distribuisca è necessario l'impegno amorevole e consapevole di uomini e donne di buona volontà. I Maestri lasciati soli, senza la nostra collaborazione, non possono fare nulla per aiutarci, e l'energia di benedizione rimane inutilizzata...


(di Giuditta Dembech)




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