“Tutte le cose, materiali e
spirituali, hanno origine da una fonte e sono collegate come una sola famiglia.
Il passato, il presente e il futuro sono contenuti nella forza vitale.
L'universo è emerso e si è sviluppato da una fonte e ci siamo evoluti
attraverso il processo ottimale dell'unificazione e armonizzazione”.
(Morihei Ueshiba, The Art of Peace)
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Nel suo nuovo video, "Camminare tra i
mondi", Gregg Braden illustra le basi della "tecnologia interiore delle
emozioni".
Un originale approccio evolutivo,
fusione di antiche e nuove conoscenze, utile per conoscere e superare gli ostacoli
che ognuno trova sul sentiero della crescita interiore. Indicazioni provenienti da tradi-zioni diverse, come la
profezia degli Hopi del New Messico, il calendario Maya, i Manoscritti del Mar
Morto, sembrano arrivare tutti ad un’identica conclusione: il primo decennio
del nuovo millennio sarà un tempo cruciale per la storia dell’umanità. D’altra
parte è innegabile, a confermarlo sono rilevamenti scientifici ufficiali, che
proprio in questi ultimi decenni alcuni dei più importanti parametri geofisici,
come il valore del magnetismo terrestre e la frequenza, hanno fatto registrare
inaspettati mutamenti. Insomma ce n'è abbastanza per catturare le menti dei più
scettici e il cuore dei ricercatori più motivati.
Ed è questo il caso di Gregg
Braden, geologo americano ed esperto di sviluppo del potenziale umano.
Nel suo ultimo libro Walking Between the Worlds (Camminare tra i mondi), da cui
è stato tratto il video omonimo, ora disponibile anche in italiano, l’autore
fornisce un elegante quadro di questa interessante convergenza tra antiche
tradizioni e osservazioni scientifiche.
Un cambiamento
epocale
Che cos’è questo cambiamento epocale
di cui tanto si parla? Qualcuno l'ha chiamato l’alba di una Nuova Era, gli Hopi
lo definirono l’Inizio del Sesto Mondo, alcuni ricercatori l’hanno battezzato
mutamento dimensionale o inversione magnetica.
Con molta probabilità, si tratta
semplicemente di un periodo particolarmente fecondo e ricco di cambiamenti,
durante il quale, forse più che in altri periodi sarà possibile guardarsi
dentro e migliorare la nostra vita."Siamo stati inondati per secoli da
profezie catastrofiche sull’attuale periodo storico - afferma Braden - ma ora è
giunto il momento di comprendere che il tanto atteso cambiamento non è un
ipotetico evento futuro appartenente alla sfera mistica o esoterica, un
qualcosa di esterno a noi, da subire passivamente.
Si tratta invece di
una sequenza di processi ed eventi conoscibili e misurabili che stanno già accadendo e che ciascuno può interiormente
comprendere verificando il loro impatto nella propria vita quotidiana". Il
primo di questi mutamenti su cui si sofferma Gregg Braden è il vistoso
cambiamento di due parametri geofisici fondamentali: il magnetismo terrestre
(in costante riduzione) e le frequenze del pianeta (in aumento).
Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta.
Magnetismo
terrestre
Le cause del magnetismo terrestre non
hanno ancora trovato una risposta scientifica soddisfacente, ma una semplice
dimostrazione sarà sufficiente a darci una conoscenza concettuale dei campi
magnetici della terra: se prendiamo una barra di ferro ed avvolgiamo intorno ad
essa un comune cavo elettrico, dove scorre dell’elettricità, la barra si
magnetizza, sviluppando un campo magnetico polarizzato fra nord e sud.
Se ora invertiamo il flusso della
carica elettrica nel cavo, il primo campo magnetico scompare ed al suo posto se
ne genera un secondo con i poli invertiti.
Il fenomeno può
essere così definito: quando degli
elettroni si spostano con movimento circolare intorno ad un corpo ferroso
relativamente fisso si genera un campo magnetico. L’analogia con il globo
terrestre è stringente, poiché la terra, proprio come la barra di ferro in
questione, è composta da un nucleo interno ferroso ed ha un campo magnetico
dominante di tipo semplice, formato da due poli di segno opposto.
Secondo le leggi della fisica, è la
rotazione composita della terra intorno al suo nucleo profondo di ferro e
nichel, a generare intorno ad essa i campi magnetici. Questo implica che
l’intensità dei campi è in funzione della velocità di rotazione. Più rapida è
la rotazione, più alta è l’intensità, o densità, del campo magnetico intorno al
nucleo ferroso. Più lenta è la rotazione, meno denso è il campo magnetico.
I rilievi geologici dicono che
attualmente siamo al punto più basso di magnetismo terrestre registrato negli
ultimi duemila anni.
La Geomonitor, un ente scientifico
statunitense del nord-ovest del Pacifico, ha recentemente reso pubblici i dati
relativi alla progressiva riduzione del magnetismo terrestre, suscitando molto
scalpore tra gli addetti ai lavori. Sembra proprio che l’intensità del campo
magnetico terrestre stia scendendo rapidamente al ritmo del 5% ogni cento anni.
Su una scala da 1:10, in cui 10 è il valore più elevato registrato dal
magnetismo terrestre negli ultimi 2000 anni, i valori attuali sono attestati
tra 1 e 1,5, con una riduzione del 38% rispetto a quelli di duemila anni fa. In
realtà, come dimostrano i rilievi geologici, il fenomeno di cui siamo oggi
responsabili, è già accaduto molte altre volte nella storia del nostro pianeta.
I campi magnetici sono cambiati almeno quattordici volte negli ultimi 4,5
milioni di anni.
Secondo altri studiosi la riduzione
del magnetismo terrestre, non è un fenomeno che rimane confinato all’ambito dei
fenomeni geofisici, ma svolge un’influeza diretta sulla vita di tutti gli
organismi viventi e soprattutto sulla fisiologia e la psiche umana, ma di
questo parleremo più avanti.
Il secondo parametro geofisico che
prende in considerazione Gregg Braden è la frequenza della Terra, pari a circa
7.8 cicli o 7.8 hertz al secondo, un valore misurato per la prima volta nel
1898 a Colorado Springs. Fino ad oggi si pensava che questa pulsazione fosse un
valore costante, essendo rimasto invariato fino a metà degli anni Ottanta. Invece
negli ultimi decenni è stato registrato da più parti il suo progressivo
incremento.
Emozioni e magnetismo terrestre
Perché il cambiamento dei valori
della frequenza e del magnetismo terrestre dovrebbero riguardarci da vicino? "Le
nostre emozioni - spiega Gregg Braden - sono intimamente legate al
magnetismo della terra, tanto che qualcuno lo ha paragonato ad una sorta di
colla.
Duemila anni fa, sul pianeta c’era
una grande quantità di questo collante in grado di tenere insieme modelli di
credenze, pensieri, sentimenti ed emozioni; ma con il decrescere del magnetismo
questo collante è diminuito notevolmente e così oggi è diventato più facile
accedere alle nostre emozioni e modificare il significato che esse hanno per
noi". In altre parole, più facilmente che in passato oggi diventa
possibile ridefinire il significato della nostra esistenza, stabilire nuovi
modelli di comportamento, riscrivere la nostra vita. Per fare questo è
necessario prestare attenzione alle emozioni e alle relazioni interpersonali
nel processo di crescita individuale, ed in realtà è proprio questo il tema
centrale del seminario oggetto del video Camminare tra i due mondi. Se si è in
contatto con le nostre emozioni, se lavoriamo sul significato delle relazioni
che noi costruiamo, si può ritrovare la propria essenza, riscoprire chi siamo.
Emozioni e rapporti interpersonali
Una delle emozioni che più di tutte
ostacola l’evoluzione personale è, secondo Braden, la paura. Un sentimento che
nella nostra cultura veste maschere assai diverse: paura dei rapporti amorosi,
paura di non valere, paura di non riuscire a soddisfare impegni e
responsabilità. "Quando giudichiamo qualcuno - afferma Gregg Braden - cos’è
che in realtà esprimiamo, se non paura? Paura che quella persona possa
dimostrarsi migliore di noi. Potrebbe aver ragione. In qualche modo, noi ci
paragoniamo ad un punto di riferimento esterno, ad un altro individuo, e la
nostra paura è che potremmo non essere all’altezza. Quando notiamo che la rigidità è
dominate in un rapporto, qual è il suo modello implicito? E’ di nuovo
la paura, la paura di cambiare.
Quando un genitore
sceglie di essere "non coinvolto" con un figlio... cos’è che agisce
dietro quella mancanza di coinvolgimento?
Le ragioni possono essere numerose, ma spesso c’è qualcos’al-tro di più sottile
dietro questo atteggiamento di apparente mancanza di interesse: è nuovamente la
paura". La paura, continua Gregg, riveste tantissime forme nella nostra
vita, ma per quanto siano diverse, nella maggior parte dei casi possono essere
ridotte ad una o più combinazioni di tre paure universali: la paura di essere
abbandonati (o della separazione), la paura di non essere all’altezza della
situazione (o di non valere), la paura di arrendersi (o di avere fiducia).
La novità introdotta dallo studioso
americano è che queste paure, da noi custodite, portano con loro una carica
emotiva che ci farà attrarre nella nostra vita proprio le cose che più temiamo.
"Quanti
rapporti di lavoro - si chiede Gregg
- abbiamo
stabilito con persone che ci controllano o sono rigide? Quante storie d’amore
abbiamo costruito con le stesse caratteristiche?"
Se facciamo un'attenta analisi della nostra vita non è facile scoprire come spesso nelle nostre amicizie
da adulti, nelle nostre storie d’amore, nella vita professionale non facciamo altro che rivivere proprio
quei modelli che ci piacciono di meno. Secondo Gregg, questo accade perché
abbiamo con il tempo sviluppato una carica emotiva nei confronti di determinate
paure o modelli comportamentali che poi fungono da potente magnete per attirare
verso di noi proprio quelle persone e quegli eventi che più detestiamo. Il motivo? E’ molto semplice: solo così
potremo confrontarci con esse e guarire. Si tratta di un meccanismo oramai
riconosciuto da numerose scuole psicologiche e psicanalitiche, ma che era stato
ben individuato già 2500 anni fa dagli Esseni.
"Gli Esseni - spiega Gregg
Braden - identificarono forse meglio di chiunque altro il ruolo dei rapporti
umani, riuscendo a categorizzarli ed a distinguere fra sette misteri,
corrispondenti ad altrettante tipologie di relazioni interpersonali che ciascun
essere umano sperimenterebbe nel corso della sua vita di relazione.
Gli Esseni li hanno definiti
‘specchi’, in grado di farci ricordare che in ogni momento della vita la nostra
realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal
linguaggio di coloro che ci circondano". I sette specchi esseni ci
rimandano fedelmente al momento presente, mostrandoci che tipo di energia
emaniamo oppure se e come giudichiamo il prossimo. Tendono a illuminare il
ruolo che riveste nella nostra vita relazionale ciò che abbiamo perduto,
ceduto, o ci è stato portato via.
Chiariscono perché ci innamoriamo, o
perché abbiamo un dato tipo di rapporto con i genitori. Infine, ci guidano
nella percezione del sé svelando il modello ideale di perfezione che ci
costringe entro schemi predeterminati.
Nella prospettiva degli specchi
esseni, i rapporti umani acquistano un forte interesse evolutivo poiché -
puntualizza Braden - noi stabiliamo rapporti con gli altri proprio per creare
pensieri, sentimenti ed emozioni che ci permettano di conoscere noi stessi e i
rapporti con gli altri. E quando riusciamo a sanare questi rapporti noi ne
incarniamo il beneficio, irradiando una frequenza benefica nel sogno ad occhi
aperti che è la vita.
Compassione
La principale difficoltà lungo questo
cammino di risanamento è quella di sfuggire alla logica della polarità e della separazione.
A questo, riguardo Gregg Braden racconta un episodio molto emblematico: qualche
tempo fa, la televisione diede notizia dell’eccidio di diecimila civili
ruandesi per mano di loro connazionali. Quella sera, Braden era in compagnia di
tre amici, ognuno dei quali reagì in maniera diversa alla tragica notizia. La
prima ad esprimersi fu una donna che si infuriò, gridando: "E’ ridicolo!
Quando manderemo i Marines ad uccidere i soldati che hanno massacrato i civili?
Perché non li fermiamo?".L’altro amico, un uomo che si era avvicinato da
poco alla filosofia new age invece reagì, dicendo: "Come? I Ruandesi? A
qualche livello, quando sono nati, loro sapevano che sarebbero morti in quel
modo, era il loro karma... Sentite, è quasi ora di cena, mangiamo qualcosa?"La
terza persona era una donna, che in disparte, con le lacrime agli occhi si
espresse così: "Non riesco a dare un significato alle immagini che abbiamo
appena visto. Ma non voglio che muoiano altri soldati. Non credo neanche che
dovremmo mandarvi i Marines, perché non voglio che ci siano altre vittime.
Anche se non ho mai conosciuto quella gente, provo un senso di vuoto per la
loro scomparsa. Il fatto stesso che loro non siano più qui mi fa sentire
diversa."La prima donna era polarizzata sulla rabbia, che rappresentava
proprio il modo di pensare che aveva causato la morte dei civili; l’uomo era
evidentemente ancora immerso nel diniego, in quanto era stato ferito così
profondamente da ciò che aveva udito, che si era impedito di sentire; infine la
seconda donna, si era permessa di provare il sentimento della perdita di vite
umane in prima persona, e di aprirsi ad emozioni che però non teneva collegate
ad una carica di rabbia. Ecco, solo lei aveva mostrato concretamente cosa vuol
dire provare un senso di compassione nella accezione degli antichi Esseni, un
sentimemto molto simile a quello della tradizione buddhista.
Se, quando siamo testimoni di una
grave offesa o di una tragedia, non proviamo nessuna sensazione, è probabile
che ne siamo rimasti feriti a tal punto da chiuderci all’evento.
Se invece proviamo sentimenti tali da
voler cercare una compensazione del tipo: "Qualcuno deve pagare",
vuol dire che siamo nella polarità. In entrambi i casi stiamo agendo ancora
alla vecchia maniera: facciamo finta di non sentire o cerchiamo subito i
colpevoli. In questo modo non cambierà mai niente, né dentro né fuori di noi.
Quando, al contrario ci permettiamo di sentire, come la seconda donna del
racconto di Gregg Braden, allora sappiamo che stiamo lavorando per ancorare in
noi stessi e nel pianeta una vibrazione guaritrice, quello che Braden chiama:
compassione, intesa come armonizzazione di emozione, pensiero e sentimento. Più
precisamente: Pensiero senza attaccamento al risultato; Sentimento senza
distorsione; Emozione senza carica.
La compassione, in questa
prospettiva, trascende la scienza, la religione e l’antico misticismo. Diventa
una sorta di nuova saggezza che non ha ancora un nome.
Il dono della
benedizione
Perché possa essere realizzata in
pieno, la compassione deve essere affiancata da un altro potente strumento: il
dono della benedizione, intesa in senso molto laico, slegato da qualsiasi
religione o scuola esoterica. Attraverso il dono della benedizione ci viene
chiesto di ammettere la possibilità che ogni evento della nostra vita, sia esso
gioioso o doloroso, abbia origine da una fonte unica. Nel momento in cui
benediciamo un evento che ci ha feriti o una persona che ha causato dolore o
sofferenza , affermiamo la natura divina o sacra (o se volete universale) di
ciò che è accaduto.
Si tratta di guardare in faccia le
persone o gli eventi che hanno causato sofferenza nella nostra vita e di dire:
"Io benedico questa persona o questa cosa". Quando riusciamo a fare
questo veramente, con tutto il cuore - assicura Gregg Braden - proviamo poi un
profondo senso di liberazione e una grande serenità. In questo modo, anche gli
accadimenti più dolorosi, acquistano improvvisamente un’altra luce. Come
raggiungere l’obiettivo così impegnativo dell’accettazione? Cosa bisogna fare,
per essere sicuri di riuscirci? Non è più il tempo del fare - spiega, lo
studioso americano - è tempo di diventare, di cominciare a trasformare
positivamente la nostra vita. Solo in questo modo potremmo riappropriarci del
potere personale e condurre un’esistenza soddisfacente e creativa, non più come
vittime di qualche oscuro meccanismo diabolico, ma come cocreatori della nostra
stessa esistenza.
di Nicoletta Cherubini*
*Nicoletta Cherubini è bilingue e
biculturale in italiano ed americano. Insegna Italiano per stranieri all’Università
di Firenze ed è esperta di educazione globale e di intercultura. Da molti anni
è attivamente coinvolta nella ricerca sul potenziale umano.
Per saperne di più
Il video Camminare tra i mondi di
Gregg Braden da cui è tratto l’articolo è ora disponibile anche in italiano
(traduzione dall’americano di Nicoletta Cherubini)
Può essere richiesto al numero 055 8300396. Allo stesso numero ci si può
rivolgere per qualsiasi informazione sul video e il lavoro di Gregg Braden. Il
libro Walking Between the Worlds (The Science of Compassion, Washington, Radio
Bookstore Press, 1997) è invece disponibile
solo in lingua originale.
Per eventuali richieste rivolgersi
alle librerie specializzate. Sempre di Gregg Braden segnaliamo anche il video
Incontrarsi al punto zero, anch’esso disponibile in italiano al numero di
telefono già indicato.
immagini dal web
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