giovedì 10 gennaio 2013

Respirazione, Musica e Ipertensione





In realtà altri studi in passato hanno indagato su un possibile legame tra musica, respirazione e ipertensione.
Un gruppo guidato da Pietro Amedeo Modesti, docente di medicina interna all’Università di Firenze, un anno fa ha pubblicato sul Journal of Hypertension una ricerca in cui si dimostrava che un’ora al giorno di esercizi di respirazione lenta guidata da musica riduceva di circa 5 mmHg la pressione media delle 24 ore, effetto che si manteneva per tutti i 6 mesi dello studio. «La chiave di tutto è la respirazione» spiega Modesti. «La musica da sola non basta: anche nello studio giapponese non c’è un ascolto passivo, ma accompagnato dal canto, attività che obbliga a sincronizzare il respiro». A questo proposito sulla rivista Arthritis Care & Research viene riportato il curioso caso di una paziente ipertesa la cui pressione, innalzatasi eccessivamente prima di un’operazione al ginocchio, è stata abbassata con l’aiuto dell’attività canora della paziente stessa. Ma come spiegare questi dati? Secondo lo studioso fiorentino, un ritmo del respiro più lento e controllato influirebbe sull’attività del sistema nervoso simpatico responsabile della vasocostrizione e quindi dell’innalzamento della pressione. «In particolare», spiega Modesti,«c’è un aumento della sensibilità dei barocettori, i sistemi che tengono monitorata la pressione, che tornano a funzionare in modo più efficiente. Questo sarebbe il motivo per cui regolare la respirazione può avere un effetto duraturo sulla pressione e non solo transitorio».

L'articolo che ho voluto condividere con voi è estratto dal sito:
http://www.corriere.it/salute/cardiologia/
foto web

Nessun commento:

Posta un commento

COMMENTI