sabato 5 gennaio 2013

I RE MAGI ALCHIMISTI,ASTRONOMI, FILOSOFI E LA SIMBOLOGIA DEI DONI





"Alcuni Magi giunsero da Oriente ... ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino ... aprirono i loro scrigno e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra." (Mt. 2, 1-13)

Gaspare offri’ in dono a Gesu’ l’oro, Baldassarre la mirra e Melchiorre l’incenso  incenso.
I Re Magi rappresentano i tre raggi di luce:
il 5° Raggio Verde, il 6° Raggio Rubino Oro (di colore arancione) ; e il 7 ° Raggio violetto.
Per la metafisica cristiana di Conny Mendez, nel presepe vi sono 7 pezzi essenziali, con i colori dei Sette Raggi che rappresentano i "Sette Aspetti di Dio": San Giuseppe il blu, la volontà di Dio; il Bambino Gesù il giallo dorato, la Divina Sapienza; La Vergine Maria il Rosa dell'Amore di Dio; l'arcangelo Gabriele il bianco della purezza Divina; e i Re Magi: Baldassarre il verde della Vita; Gaspare l’arancione (oro-rubino), della fornitura e provvidenza Divina; e Melchiorre il violetto, il colore del perdono divino. 

 Il 6 Gennaio si celebra la festa dell’Epifania, che nella religione cattolica-cristiana coincide con l’adorazione dei Tre Re Magi presso la grotta di Betlemme, in cui si trovano la Vergine Maria, lo sposo Giuseppe e il piccolo Gesù Bambino.
La parola Epifania sta infatti a significare “manifestazione del Signore” , e nel tempo questa festività ha assunto anche una valenza missionaria, indicando la manifestazione di Dio fattosi carne al mondo pagano (rappresentato appunto dai Re Magi).
Ma i Re Magi sono personaggi leggendari, o sono esistiti in carne ed ossa? Secondo i racconti evangelici, dopo la nascita di Gesù (avvenuta a Betlemme al tempo di Erode), i Magi scorsero nel cielo la stella cometa che li avrebbe condotti presso la Grotta, e si misero in cammino.
Lo stesso Re Erode li aveva esortati ad andare ad adorare il bambino Gesù, cosa che poi avrebbe fatto lui stesso. Oltre ai vangeli riconosciuti e ispirati dalla Chiesa, anche quelli apocrifi fanno riferimento a questi personaggi.

Secondo la tradizione orientale, i tre Magi erano fratelli: Baldassarre (che regnava sul popolo degli Indiani), Melchiorre (che era Re dei Persiani), e infine Gaspare, il cui regno si estendeva agli Arabi. Il termine “mago”, però, non ha il significato che siamo soliti attribuirgli. In questo caso “Magoi” è una parola greca che indica i membri di una casta sacerdotale persiani, esperti di astrologia e astronomia. In pratica, si trattava di profondi conoscitori dei fenomeni celesti. L’astronomia era una disciplina studiata e approfondita soprattutto in paesi come la Mesopotamia e la Babilonia. Quindi la provenienza dei Re Magi potrebbe essere questa.

Alcuni studiosi si sono soffermati a considerare la “stella cometa” che fece da guida nel cammino, provando ad identificarla con la cometa di Halley o altre sovrapposizioni di pianeti. Forse non si trattò di una vera e propria stella, ma di una meteora speciale dalle caratteristiche eccezionali, che si mostrò nei cieli in quei tempi.
La tradizione religiosa ricorda che ognuno dei Tre Magi recava con sé un dono per Gesù Bambino: pare si trattasse di oro, incenso e mirra. Quest’ultima è una pianta medicinale che pare sia miracolosa.
Nelle rappresentazioni religiose i Re Magi vengono raffigurati ben vestiti, in sella ad un cammello, con mantelli preziosi. Stanno a raffigurare il mondo che viene ad adorare un bimbo che nasce nella povertà di una grotta. Il significato religioso è molto intenso, per questo si trasmette di generazione in generazione.
Secondo alcuni i Magi sono sacerdoti che, nella tradizione popolare del tempo, erano depositari della scienza e della teologia.

I Doni dei Re Magi a Gesù bambino:
  • Oro: omaggio alla sua regalità;
  • Incenso, omaggio alla sua divinità;
  • Mirra, anticipazione della sua futura sofferenza redentrice.

Melkon, il primo re, aveva mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e i libri scritti e sigillati dalle mani di Dio. Il secondo, re degli Indi, Gaspar, aveva come doni in onore del bambino, del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamono e dell’incenso e altri profumi. Il terzo, re degli Arabi, Balthasar, aveva oro, argento, pietre preziose, zaffiri di grande valore e perle fini”.
Vangelo secondo Matteo.

Il 26 dicembre dell’Anno Zero dell’Era Moderna, tre sacerdoti del culto di Zoroastro, grandi esperti di astrologia (la tradizione vuole che fossero Magi, cioè magni –  grandi nella sapienza – ma anche maghi, dal greco magoi, ovvero filosofi e scienziati) si misero in viaggio da imprecisati luoghi dell’impero persiano in sella ai loro cammelli. Seguirono la rotta indicata da una stella più luminosa delle altre che era comparsa nei loro cieli la notte precedente e che li avrebbe portati verso Occidente, verso Gerusalemme, per rendere omaggio al neonato Re dei Giudei. I sacerdoti, che vestivano abiti di foggia inconsueta e portavano doni misteriosi, erano Melchiorre, un vecchio dai capelli bianchi, con una folta barba e lunghe chiome ricciute; Gaspare, un giovane imberbe e Baldassarre, di carnagione olivastra e con una barba considerevole. Il titolo di “Re” pare sia stato aggiunto da Tertulliano di Cartagine, teologo nato nel 155 d. C. Giunti a Gerusalemme il 6 gennaio, dopo dodici giorni di viaggio, i Magi fecero visita a Erode, il re della Giudea romana, e chiesero dove si trovasse “il Re che era nato e di cui abbiamo visto sorgere la stella”. Erode, venuto così a sapere che Gesù era nato a Betlemme, invitò i Magi a fargli un resoconto del luogo quando fossero passati dalla sua reggia sulla via del ritorno. Ma i Tre Re, dopo l’adorazione del Divino Bambino, ebbero un sogno premonitore che li consigliava di tornare nei loro Paesi percorrendo una strada diversa. Sentitosi ingannato, Erode ordinò di uccidere tutti i bambini di Betlemme di età inferiore ai due anni, nella speranza che Gesù fosse tra loro. Eccidio che è passato alla storia con il nome di Strage degli Innocenti. Dopo essersi inginocchiati davanti a colui che, se pur in fasce, era, secondo le profezie, il Salvatore, i Magi “aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”. L’Oro offerto da Baldassarre è il più nobile dei metalli, emblema dello spirito e dell’eternità, e il suo colore giallo rappresenta la saggezza. L’Incenso – dal latino incedere, cosa accesa – è una sostanza impalpabile originaria dell’India e della Penisola Arabica, che aveva valore propiziatorio sia in Oriente sia nella stessa Roma. Portando in dono a Gesù l’Incenso, Melchiorre – quello dei Magi che aveva la pelle scura – riconosceva l’indissolubile legame del Bambino con il soprannaturale. La polvere di Mirra, una resina estratta da una rara pianta aromatica che cresce nell’Arabia meridionale, veniva anticamente usata per l’imbalsamazione dei corpi. Il dono della Mirra offerto da Gaspare, il più giovane dei Magi, rappresenta l’immortalità.

SIGNIFICATO SIMBOLICO
Non solo i doni, ma le figure stesse dei Re Magi sono cariche di significato: rappresentano le tre fasi della vita – la giovinezza, la maturità e la vecchiaia – e le tre popolazioni del mondo allora conosciuto: l’Europa, l’Asia, l’Africa. Ma è la stessa iconografia della Natività ad essere ricca di emblemi. Maria è l’emblema dell’amore e della sofferenza materni e icona della Chiesa. Giuseppe è simbolo di umiltà e dedizione. I pastori evocano la Palestina, la Terra Promessa a Mosé. La mangiatoia che accoglie Gesù è il nutrimento simbolico per l’anima dei credenti. Le pecore rappresentano l’onestà, il candore e l’ingenuità; i cani la fedeltà assoluta. L’asino è simbolo di intelligente umiltà e della natura inferiore dell’uomo. Il bue, emblema di fertilità e fecondità in Egitto e in molte altre culture, impersona il principio generativo. L’alito che i due animali soffiano sul Bambino Divino, è inteso come il soffio vitale che alimenta il suo spirito. La stalla indica la povertà mentre la palma è l’albero della pace e dell’abbondanza. L’astro che la leggenda vuole sia la stella di Betlemme o stella della Profezia, spesso rappresentata come una cometa, è la luce che nutre, conforta, guarisce. Infine, tutto intorno, c’è il deserto. Perché il deserto è, per antonomasia, il luogo dal fascino misterioso dove si rigenera l’anima umana.







http://www.lintervista.it/re-magi/
http://www.ilnatale.org/epifania/
foto web

Nessun commento:

Posta un commento

COMMENTI