(...) Raramente ci rendiamo conto che siamo circondati da ciò che e' straordinario.
I miracoli avvengono intorno a noi, i segnali di Dio ci
indicano la strada, gli angeli chiedono di essere ascoltati.
Ma
noi abbiamo imparato che ci sono determinate formule e regole per
avvicinarci a Dio e quindi non prestiamo attenzione a nulla di tutto
ciò.
Non
comprendiamo che il Signore si trova là dove lo lasciamo entrare.
Le pratiche religiose tradizionali sono importanti: ci consentono di condividere con gli altri l'esperienza dell'adorazione e della preghiera.
Ma non possiamo mai dimenticare che l'esperienza e' soprattutto
un'esperienza pratica dell'amore.
Le pratiche religiose tradizionali sono importanti: ci consentono di condividere con gli altri l'esperienza dell'adorazione e della preghiera.
Ma non possiamo mai dimenticare che l'esperienza e' soprattutto
un'esperienza pratica dell'amore.
E nell'amore non esistono regole. Possiamo tentare di seguire
dei manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento.
Ma sono tutte cose insignificanti. Decide il cuore. E quanto decide e' ciò che conta. Lo abbiamo provato tutti nella vita.
In un qualche momento, tutti abbiamo esclamato fra le lacrime:
"Sto soffrendo per un amore per cui non valeva la pena."
Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo.
Soffriamo
perché il nostro amore non e' riconosciuto.
Soffriamo perché non riusciamo a imporre le nostre regole.
Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra
crescita sta proprio nell'amore.
Soffriamo perché non riusciamo a imporre le nostre regole.
Soffriamo inutilmente, perché il seme della nostra
crescita sta proprio nell'amore.
Quanto più amiamo, tanto più siamo vicini all'esperienza spirituale.
I
veri illuminati, con l'anima infervorata dall'amore, vincevano tutti
i preconcetti dell'epoca.
Cantavano, ridevano, pregavano a voce alta, danzavano, condividevano ciò che san Paolo ha definito la"santa follia".
Erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla.
Cantavano, ridevano, pregavano a voce alta, danzavano, condividevano ciò che san Paolo ha definito la"santa follia".
Erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla.
Il vero amore e' un atto di totale abbandono.
... Prima o poi dobbiamo vincere le nostre paure,
giacché il cammino spirituale si compie attraverso l'esperienza quotidiana dell'amore.
Diceva il monaco Thomas Merton:
"La vita spirituale si riassume nell'amare. Non si ama perché si vuole fare il bene di qualcuno, aiutarlo proteggerlo .
Agendo in questa maniera, ci comportiamo come se vedessimo il prossimo come semplice oggetto e noi stessi come esseri generosi e saggi.
Ma questo non ha nulla a che vedere con l'amore.
Amare significa comunicare con l'altro e scoprire in lui una particella di Dio. (…)
Tratto
da: "Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho
pianto"
di:Paulo Coelho (Ed.: Bompiani)
di:Paulo Coelho (Ed.: Bompiani)
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