IL
SENSO DEL NATALE
LE
FESTIVITA’
Se
esistono quattro feste cardinali, Natale, Pasqua, la festa di San
Giovanni e quella di San Michele… non è per caso o perché a certi
religiosi è piaciuto istituirle, ma perché corrispondono a
precisi fenomeni cosmici. Nel corso dell'anno, il sole passa per i
quattro punti cardinali: il 21 marzo, nell'equinozio di
primavera; 21 giugno, nel solstizio d'estate; il 21 settembre,
nell'equinozio d'autunno e il 21 dicembre, nel solstizio d'inverno.
Durante questi quattro giorni, avvengono in natura grandi afflussi e
circolazioni di energie che si riversano non solo sugli esseri umani
ma su tutta la natura, sulla vegetazione, sugli animali e persino
sugli altri pianeti. Gli iniziati che hanno studiato tali fenomeni,
hanno constatato che, se l´uomo presta attenzione, se si prepara e
si mette in uno stato di armonia per ricevere quegli influssi,
possono prodursi in lui grandi trasformazioni.
IL 25 DICEMBRE
Secondo
la tradizione cristiana, Gesù è nato il 25 dicembre a
mezzanotte. Il 25 dicembre, il sole è appena entrato nella
costellazione del Capricorno. Simbolicamente, il Capricorno è
collegato alle montagne, alle grotte, e Gesù nasce proprio
nell'oscurità di una grotta. Durante il resto dell'anno, la natura e
l'uomo sono molto attivi ma, quando si avvicina l'inverno, molti
lavori vengono interrotti, le giornate si accorciano e le notti si
allungano: è il momento della meditazione, del raccoglimento,
il che permette all'uomo di penetrare nella profondità del
proprio essere e di trovare le condizioni per far nascere in sé il
Cristo.
Ogni
anno, il 25 dicembre a mezzanotte, la costellazione della Vergine
sorge all'orizzonte ed è per questo che, anche astrologicamente, si
può affermare che Gesù è nato dalla Vergine. In opposizione appare
la costellazione dei Pesci e in mezzo al cielo si scorge la magnifica
costellazione di Orione che mostra, al centro, l'allineamento
delle tre stelle che, secondo la tradizione popolare, rappresentano i
tre Re Magi.
Lasciamo
da parte il sapere se Gesù sia nato veramente il 25 dicembre a
mezzanotte. Quello che a noi interessa è che a quella data si
verifica in natura la nascita del principio cristico, la luce e il
calore che trasformano tutto. Anche nel Cielo si celebra questo
avvenimento: gli Angeli cantano e tutti i Santi, i grandi Maestri e
gli Iniziati si riuniscono per rendere gloria all'Eterno e
festeggiare la nascita del Cristo, il principio cosmico, che si
rinnova realmente nell'universo. La notte del 25 è la più lunga. A
partire da quella data, le notti iniziano ad accorciarsi e i giorni
si allungano. Vi è più luce, più calore, più vita e ciò si
riflette su tutte le creature. Invece di essere coscienti
dell’importanza di un evento che si verifica una sola volta
all’anno, quando la natura è intenta a preparare la nuova vita,
l’uomo pensa a ben altro. Ecco perché non ne ricava nulla, anzi,
in questo modo perde la grazia e l’amore dal Cielo.
Il
Natale avvenimento cosmico e mistico - La Seconda nascita
….
La nascita del Cristo è un avvenimento cosmico, è la prima
manifestazione della vita nella natura, il principio di tutto ciò
che esiste. Inoltre questa nascita è un avvenimento mistico, cioè
il Cristo deve nascere in ogni Anima umana come supercoscienza, come
amore Divino, come comprensione, come sacrificio. La
nascita è dunque un fenomeno che deve avvenire nei 3 mondi.
La
prima la conosciamo tutti: è quella del bambino che nasce
nel mondo fisico, con due braccia, due gambe, un naso, una bocca, i
polmoni... respira, mangia, parla, cammina...
La
seconda
nascita
richiede anch´essa un concepimento, ma questo avviene in un altro
mondo, un mondo dove lo spirito si unisce alla materia pura, per
concepire un bambino divino. E quando il bambino nasce nel mondo
spirituale, anch´egli può parlare, camminare, e lavorare in quel
mondo. La seconda nascita significa quindi: poter entrare e vivere in
un universo di un´altra dimensione. Quando l´anima e lo spirito si
uniscono, mettono al mondo un seme che si sviluppa come nuova
coscienza. Questa nuova coscienza si manifesta come una luce
interiore che scaccia le tenebre, come un calore talmente intenso
che, se anche il mondo intero vi abbandonasse, non vi sentireste mai
soli; come una vita abbondante che fate scaturire ovunque vi portano
i vostri piedi, come un afflusso di forze che consacrate
all´edificazione e alla costruzione del Regno di Dio, ma anche come
un gioia, una gioia straordinaria di sentirvi in collegamento con
tutto l´universo, con tutte le anime evolute, di far parte di questa
immensità... e la certezza che nessuno può togliervi tale gioia. In
India questo stato viene chiamato <<coscienza buddhica>>,
mentre i cristiani la chiamano <<la nascita del Cristo>>".
Certo,
storicamente parlando, è un essere di nome Gesù, ma nel campo
mistico non lo si chiama più con il suo nome umano, ma lo si chiama
il Cristo, vale a dire il Sé superiore. Quando si dice che l´uomo
fa nascere in sé il Bambino Gesù, oppure che si fonde con il suo Sé
superiore, o che riceve lo Spirito Santo, o che si unisce all´Anima
universale, queste non sono altro che forme diverse per esprimere la
medesima realtà.
Maria e Giuseppe
Perché
il bambino nasca, è necessario che vi siano un padre e una madre, Il
padre, Giuseppe, è l’intelletto, lo spirito dell’uomo. La madre,
Maria è il cuore, l’Anima. L’Anima e il cuore rappresentano il
lato ricettivo, la donna; e l’intelletto e lo Spirito rappresentano
il principio maschile.
Ancora
molto giovane, Maria si era consacrata ed era andata al Tempio per
mettersi al servizio del Signore. E cosa faceva nel Tempio? Chi l’ha
preparata? Chi l’ha istruita? Non è detto, ma lo si sa in
dettaglio. Maria si era dunque purificata e aveva fatto i più grandi
sacrifici per essere degna di ricevere nel Suo seno uno spirito così
potente ed elevato quale Gesù. I cristiani pensano che possa
scegliere chiunque e che in questo campo non ci siano né giustizia,
né regole, né leggi…nulla. Allora è Lui che ha fatto le leggi,
ma Lui sarebbe il primo a trasgredirle? Darebbe proprio un buon
esempio il Signore!…Se Dio sceglie delle creature, esse devono
rispondere a determinate condizioni. Per essere scelti ad avere un
figlio come Gesù, il Salvatore dell’umanità, Maria e Giuseppe
erano esseri eccezionali, predestinati.
L'intelletto,
cioè Giuseppe, anziché essere geloso e ripudiare Maria, come
farebbe un uomo rozzo che grida: “Il figlio che hai messo al mondo
non è mio, vattene!...”, deve inchinarsi e dire: “E' Dio che ha
sfiorato il cuore e l'anima di Maria. Io non potevo farlo”.
L'intelletto non deve dunque ribellarsi e adirarsi, ma comprendere
correttamente dicendo: “Qui vi è qualcosa che mi supera”, e
proteggere Maria. Ripudiare Maria sarebbe come ripudiare la metà del
suo essere e diventare come coloro che, puramente intellettuali e
razionalisti, hanno eliminato tutto il lato affettivo, ricettivo,
tutte le qualità come la dolcezza, l'umiltà e la bontà.
Dovete
comprendere che Maria e Giuseppe sono simboli della vita interiore:
coloro che hanno ripudiato Maria si sono inariditi. A loro è rimasto
soltanto un intelletto confuso, critico e sempre scontento. Come
vedete: Giuseppe ha rispettato Maria, l'ha tenuta con sé, ha detto:
«Oh! Maria attende un bambino. È vero che non sono io il
padre, tuttavia la proteggerò, perché ha bisogno del mio sostegno».
La mangiatoia e la stalla
Perché
Gesù, il figlio di Dio, doveva proprio nascere in una mangiatoia,
sulla paglia, e non in una magnifica culla, nella camera di un vasto
e sontuoso palazzo? Ecco, anche questo dettaglio è simbolico.
Ora
capirete in quale punto del nostro corpo si trova la mangiatoia se
ricordate le conferenze che ho fatto sul centro Hara; vi avevo
spiegato che ruolo può svolgere questo centro nella vita spirituale
per colui che sa lavorare con esso. Benché il suo nome, Hara -
termine giapponese che significa ventre - faccia pensare che
questo centro, situato qualche centimetro sotto l'ombelico, sia
conosciuto soprattutto in Giappone, in realtà era conosciuto anche
da tutti gli Iniziati del passato, e Gesù parla proprio di questo
centro quando dice: «Fiumi
d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno...» Il
«seno» è il centro Hara, ed è là che si trova la mangiatoia dove
il Cristo deve nascere, tra l'asino e il bue, cioè tra il fegato e
la milza.
Siete
rimasti stupiti, lo vedo. Voi pensate che Gesù debba nascere nel
vostro cervello. Avete mai visto un bambino nascere dal cervello
della propria madre? No. Sarà bene soffermarsi su questo punto per
riflettere. Il ventre... le viscere... Noi consideriamo tutto
ciò disgustoso, mentre il Signore ha scelto proprio questa zona
perché l'umanità possa perpetuarsi, e proprio là, nel centro Hara,
anche il discepolo deve far nascere in sé la nuova coscienza: il
Cristo Bambino.
Quella
stalla, con la mangiatoia, è un simbolo; è il simbolo della
povertà, delle difficoltà delle condizioni esteriori. Sì, per
l'uomo nel quale dimora lo Spirito sarà sempre così: gli uomini
comuni difficilmente lo apprezzeranno e lo accetteranno. Ma grazie
alla Luce che il Bambino proietta al di sopra della mangiatoia, altri
lo vedranno da lontano e verranno a rendergli omaggio...
La Stella
E
questa Luce, la stella a 5 punte, è una realtà assoluta. Essa
brilla sopra la testa di tutti gli Iniziati, il cui principio
femminile simboleggiato da Maria, cioè l’Anima e il cuore,
ha messo al mondo il bambino Gesù, concepito dallo Spirito Santo.
La
stella che brilla sopra la capanna significa che una luce emana da
ogni Iniziato che possiede in sé il Cristo vivente. Tale luce
viene percepita in lontananza da altri, da coloro che sentono che
qualcosa di speciale si manifesta attraverso quell'essere. Ciò
che si manifesta, in realtà, è il Cristo, e tutti coloro che
rappresentano un'autorità, tutti coloro che sono potenti e ricchi,
si avvicinano a Lui. Persino i grandi capi religiosi che si
considerano al vertice, sentono che manca loro qualcosa, che non sono
ancora giunti a quel livello di spiritualità, per cui vengono a
istruirsi, a prostrarsi e a portare delle offerte.
Il bue e l’asinello
Occupiamoci
ora della stalla. In quella stalla non vi erano né pastori, né
greggi, ma soltanto un bue e un asinello. Perché? Da secoli si
ripete questa storia senza capirla, perché il simbolismo universale
è andato perso per l'umanità. La stalla rappresenta il corpo
fisico. E il bue? Sapete che anticamente il bue, il toro, è sempre
stato considerato come il principio generativo. In Egitto, ad
esempio, il bue Apis
era il simbolo della fertilità e della fecondità. Il bue è sotto
l'influsso di Venere e rappresenta la forza sessuale. L'asino,
invece, è sotto l'influsso di Saturno e rappresenta la personalità,
vale a dire la natura inferiore dell'uomo, quella che chiamiamo il
vecchio Adamo, testardo, ostinato, ma buon servitore. Infatti quei
due animali erano là per servire Gesù. Ma servirlo come? Ora vi
rivelerò un grande mistero. Quando l'uomo comincia a compiere su di
sé un lavoro per la sua evoluzione, entra in conflitto con la sua
personalità e con la sua sensualità.
Quando
l'uomo comincia a lavorare per perfezionarsi, entra in conflitto con
le forze della personalità e quelle della sessualità. L'Iniziato,
infatti, è colui che è riuscito a padroneggiare queste due
forze e a metterle al proprio servizio. Le mette al proprio servizio,
ma non le annienta, non le deve annientare. Lo dimostra il fatto che,
se questi due animali erano presenti, ciò significa che erano utili.
E cosa facevano? Soffiavano sul Bambino Gesù, lo riscaldavano col
loro alito. Quindi, quando l'Iniziato è riuscito a trasformare in
lui l'asino e il bue e a metterli al suo servizio, essi riscaldano e
alimentano lo Spirito del Cristo con il loro soffio vitale. Non
soltanto tali forze non sono più presenti per tormentarlo, ma
diventano forze benefiche. Il soffio è già vita. Osservate come il
soffio dell'asino e del bue sia una reminiscenza del soffio col
quale Dio ha dato l'anima al primo uomo. L'asino e il bue sono stati
utili al Bambino Gesù: ciò significa che tutti quelli che
possiedono in loro il Cristo saranno serviti dalle forze della
personalità e della sessualità, in quanto si tratta di forze
straordinariamente utili, se messe all'opera sotto il proprio
controllo.
Erode
Nulla
è più importante del lavoro svolto per far nascere il Bambino
divino in noi. Se vi riusciamo la terra e il Cielo canteranno;
dai quattro angoli del mondo gli esseri comprenderanno che una nuova
luce è nata e verranno a renderci omaggio e a portarci dei doni.
Certo, ci sarà Erode (ci sono sempre degli Erode) che si infurierà
e che, volendo uccidere Gesù, chiederà ai Re Magi: «Andate
e cercate con ogni cura il bambino. Quando l'avrete trovato, fatemelo
sapere, così anch'io andrò a onorarlo». Ma,
fortunatamente, ci sarà un angelo che verrà a dare dei consigli,
come quello che disse a Giuseppe: «Alzati,
prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto. Erode sta
cercando il bambino per ucciderlo». Un
angelo del Signore si avvicinò ai Re Magi per dire loro di non
ritornare da Erode, ed essi si diressero ai loro paesi seguendo
un'altra strada. Ciò significa che tutti coloro che si avvicineranno
a Gesù, al principio cristico, non potranno più rifare la
stessa strada, dovranno prendere un'altra direzione.
Ma
dove andare con questo bambino? Nessuno vi apre la porta, cioè
nessuno vi comprende. Quando Maria e Giuseppe cercavano rifugio in
una locanda, non c'era più posto; ciò va interpretato nel
senso che gli esseri umani, occupati a mangiare, a bere e a
divertirsi non hanno mai spazio per l'essere che ha ricevuto il
fanciullo divino ...
I Pastori
In
seguito, un angelo è apparso ai pastori che possedevano quella
stalla. Essi sorvegliavano i loro greggi e quando l’angelo annunciò
a loro la nascita di Gesù, ne furono meravigliati; presero degli
agnelli e li offrirono a Gesù. Ciò significa che tutti gli esseri
che esercitano un’influenza sul corpo fisico, cioè gli Spiriti
familiari, reincarnati e non, e che hanno ricchezze (simbolicamente
gli agnelli) vengono avvertiti, perché hanno partecipato alla
formazione di quella stalla (il corpo fisico). Dunque tutti gli
Spiriti familiari che sono nell’Aldilà o sulla Terra ricevono la
notizia che si è verificato un evento splendido nel vostro cuore e
nella vostra Anima e vengono a portarvi dei doni. Il mondo intero si
mette al servizio del Bambino. Ma fino a quando non l’avrete fatto
nascere, non pensate che vengano ad aiutarvi. Gli angeli vengono
unicamente ad aiutare colui che ha già fatto nascere in sé il
Bambino Gesù, perché non è per voi che vengono, ma per quel
principio Divino, il Cristo, il Figlio di Dio.
Soffermiamoci
ora sulle parole che l'angelo disse ai pastori: «Gloria
a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli
ama». Avete
compreso queste parole? Perché la pace tra gli uomini e la gloria in
alto? Perché, quando nasce, il Bambino divino glorifica il Signore e
la pace si instaura nell'anima dell'uomo o della donna in cui è
nato. Il bambino, che è
il
frutto dell'amore del padre e della madre, porta la pace, perché
porta la pienezza. È il senso della formula data dal Maestro Peter
Deunov: «Bojiata
lioubov nossi peulnia jivot:
l'amore divino apporta pienezza di vita».
L'amore
divino che porta pienezza di vita è l'amore che porta il Cristo
Bambino. L'amore altro non è che la predizione, l'annuncio del
bambino che viene. La formula del Maestro è
veramente
molto profonda: egli non l'ha enunciata soltanto perché venga
ripetuta automaticamente, ma perché si lavori, affinché l'amore di
Dio possa sfiorare la nostra anima ed essa concepisca il bambino, il
Cristo. E dopo, quanti cambiamenti! In ogni campo, tutto migliorerà,
tutto si chiarirà. Vale proprio la pena di lavorare un anno, molti
anni, tutta la vita, per far nascere il Cristo in noi.
Il Natale: accogliamo il Bambino Divino
Conservate
in voi l'immagine della mangiatoia con Giuseppe, Maria e il Bambino
tra l'asino e il bue, e la stella che brilla sopra la capanna... Ora
ne comprenderete meglio il senso, e non dimenticate che il Natale
dura alcuni giorni dopo il 25 dicembre. In alto, in Cielo, si celebra
una festa, e a tale festa dovete partecipare almeno col pensiero.
Come la nascita di un bambino contiene in sé tutta la speranza della
vita, la nascita del Cristo, che avviene nell'universo, contiene
la speranza che Dio non ha abbandonato gli uomini. Sebbene essi
trasgrediscano continuamente le leggi, Egli dà loro credito inviando
sempre un Salvatore, perché non vuole che nemmeno un'anima si perda.
Anche coloro che hanno commesso i più gravi errori devono
risollevarsi, possono risollevarsi. È chiaro che soffriranno,
pagheranno per i loro errori e dovranno riparare, ma Dio dà loro
tutte le possibilità per avanzare. La cosa peggiore è scoraggiarsi
e rinunciare a compiere degli sforzi per evolvere…
Questo
bambino Divino, che è già stato concepito in voi come Luce,
potrebbe essere un ideale, un’idea che nutrite, che amate …
“
Omraam
Mikhaël Aïvanhov
Il
senso del Natale (estratti
dalle conferenze di Omraam Mikhaël
Aïvanhov - Prosveta Edizioni)
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